Mahtab Ahad Savoji: la studentessa uccisa e portata in valigia per 12 ore

Il Corriere della Sera racconta con dovizia di particolari la storia di Mahtab Ahad Savoji, la studentessa iraniana uccisa a Milano e portata in valigia per 12 ore a Venezia per essere buttata in un canale. Rajeshwar Singh, 28 anni (in alto), e, Gagandeep Kaur, 30, indiani, sono i due fermati per l’omicidio della ragazza.

Mahtab ahad savoji

Le ipotesi sul movente:

Un’ipotesi che gli inquirenti stanno valutando è che il 28enne abbia fatto delle avance pesanti, respinto, alla presenza della sua ragazza. Di sicuro, c’era un ménage complicato tra i due indiani. Liti e scenate frequenti, già prima dell’arrivo di Mahtab a novembre. La vicina del sesto piano ricorda che una notte «gridavano, si picchiavano, si sentiva il rumore di oggetti lanciati con violenza». Il mattino dopo, lei e il compagno avevano bussato alla porta per chiedere spiegazioni: la ragazza si teneva un braccio ferito, l’uomo si giustificava, «quando mi arrabbio perdo la ragione».

Il motivo dello scontro, anche allora, sarebbe stato la gelosia, innescata dalla presenza di una coinquilina russa. Con quei due i compagni di casa non resistevano a lungo:

Mahtab probabilmente più degli altri perché di «carattere era molto tollerante — ricorda la sua professoressa a Brera, la coordinatrice del biennio di Costume, Paola Giorgi —: timida, riservata, molto dolce». Rientrata dall’Iran dopo le vacanze, le aveva portato delle stoffe con le quali pensava di cucire il suo progetto su Virginia Woolf.

I due arrestati hanno ammesso solo di aver tentato di sbarazzarsi del cadavere:

«Abbiamo trovato la ragazza morta a letto — hanno detto agli uomini della mobile milanese guidati da Alessandro Giuliano —, aveva bevuto molto la sera prima. Abbiamo avuto paura». Il primo tentativo di abbandonare il corpo è a Lecco, «ma c’erano troppe persone in giro». I loro cellulari vengono «agganciati» intorno alle 16 in riva al lago. Rientrati a Milano, decidono di dirigersi a Venezia, dove l’uomo ha lavorato, e raggiungere il Lido. È la tarda serata di lunedì 27 gennaio, quasi dieci ore dopo il delitto. Non ci sono più treni per Milano, e il giorno dopo devono essere in albergo: salgono sul taxi.

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