Tommaso Currò cacciato dal MoVimento 5 Stelle?

C’è anche la possibile espulsione del deputato siciliano Tommaso Currò, in passato indicato fra i “dissidenti”, nel menu delle tensioni alle quali è sottoposto il Movimento 5 stelle. Potrebbe seguire la sorte della senatrice Adele Gambaro, espulsa a furor di web per le sue critiche a Beppe Grillo. E’ reo di aver proposto un emendamento “localistico” alla legge di stabilità.

tommaso currò movimento 5 stelle

La storia dell’emendamento è raccontata con attenzione sulla Stampa di oggi:

Tommaso Currò è «colpevole» di avere firmato, assieme a Stefania Prestigiacomo, un emendamento per l’istituzione di un’area marina protetta a CapoMilazzo, dalle parti di casa sua. Una vecchia battaglia del suo meet up. «Però mi accusano di avere fatto una marchetta. Di non avere condiviso la scelta col gruppo. Il punto è che stava passando un’opportunità storica. E io l’ho presa. Altro che marchetta. Il mio capogruppo, D’Incà, è venuto da me e mi ha detto: Tommaso, se chiedi scusa freniamo le procedure contro di te, saresti un esempio per tutti. Ma che cosa dovrei fare, abiurare? Ma che pratiche sono? E, soprattutto, perché dovrei vergognarmi, per avere cercato di fare del bene allamia gente?».

Currò, a quanto pare, ha un diavolo per capello e ha scritto a Beppe Grillo

È furioso. I colleghi ormai lo trattano con un distacco freddo, come se fosse l’impiegato di una compagnia di assicurazioni che li ha costretti a una polizza suicida. «Vogliono che me ne vada. Ma io non mi piego.Ho scritto anche un sms a Grillo: se vengo espulso mi dimetto da parlamentare. Non riusciranno a farmi passare per quello che non sono. Per un traditore ». Quanti sono i parlamentari che non ce la fanno più?

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Secondo l’agenzia di stampa TmNews, la procedura è all’ordine del giorno dell’assemblea dei deputati ma per essere messa al voto sul blog dovrà essere prima ratificata da una riunione congiunta con i senatori. Intanto, lo scontro istituzionale apertosi con l’ostruzionismo M5S sul decreto Imu-Bankitalia e con la scelta della presidente della Camera Laura Boldrini di bloccarlo con l’uso inedito dello strumento della ghigliottina non si è affatto spento. Ma ha lasciato anche qualche strascico interno, con deputati e senatori che, pubblicamente o privatamente, iniziano a dissociarsi dalla comunicazione più violenta di colleghi e addetti alla comunicazione.

LA DIFESA DI DI MAIO – A dar voce a questa insofferenza, dopo il caso del video “satirico” contro Boldrini diventato il punto di raccolta di volgarità e violenze verbali sul conto della terza carica dello Stato, è stato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. “La rete esalta i cretini”, ha commentato parlando dei commenti sul blog, rivendicando le scuse ma ribadendo che ormai alla presidenza Boldrini “non riconosciamo alcuna funzione istituzionale”. Anche il “comunicatore” Claudio Messora, che sulle minacce di stupro a Boldrini aveva ironizzato in modo pesante, si è scusato, rivendicando però la “diversità” dei 5 stelle. “Noi aggressivi? Vogliamo far saltare le regole”, ha spiegato alla Stampa. Protagonista della giornata anche Rocco Casalino, altro “comunicatore” 5 stelle, che ha preso di mira la conduttrice di La7 Daria Bignardi, rea di aver intervistato il giornalista Corrado Augias sul tema del “fascismo” dei “grillini”, subito dopo il deputato M5S Di Battista, figlio di un simpatizzante fascista. “Cara Daria Bignardi”, ha scritto Casalino alludendo a Adriano Sofri, suocero della giornalista e condannato come mandante dell’omicidio Calabresi, “come sarebbe per te se ti invitassi a una trasmissione tv e le domande fossero: come si sente tuo figlio a scuola ad avere il nonno mandante di un assassino?”. “Frasi folli” e “corsa senza fine” verso la “barbarie”, a giudizio del presidente del Consiglio Enrico Letta che ne attribuisce la paternità a Grillo, dal momento che l’attacco di Casalino è stato pubblicato sul blog. Secondo Laura Boldrini c’è un “pestaggio mediatico in corso” contro Augias, Bignardi e Fabio Fazio, nella cui trasmissione la presidente della Camera ha accusato i frequentatori del blog di Grillo di essere “stupratori potenziali”.

LO SCONTRO TOTALE – Uno scontro totale con M5S che non rientrerà nei prossimi giorni, visto che i parlamentari del movimento di Grillo si preparano a nuove proteste e ostruzionismi contro decreti e voti di fiducia. Non è più così raro, tuttavia, che lontano dai taccuini ci siano “grillini” (non dissidenti) che parlano di errori di comunicazione fatti da “coglioni”. E quattro senatori del movimento oggi si sono dissociati pubblicamente: “Chiediamo agli autori della comunicazione del M5S – hanno scritto Lorenzo Battista, Laura Bignami, Monica Casaletto e Luis Alberto Orellana – di essere maggiormente responsabili e consapevoli dei contenuti pubblicati e del loro inquadramento professionale”.

 

 

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