Ottoemezzo con Beppe Severgnini

OTTOEMEZZO, IL RIENTRO DI CAPITALI DALLA SVIZZERA – Il punto di Paolo Pagliaro analizza l’intenzione dell’Italia di far rientrare i capitali in Svizzera, ricordando come Berlusconi aveva promesso il rimborso dell’Imu con i soldi presi da Berna (con la Svizzera che spiegò come Berlusconi non abbia mai voluto fare accordi) si torna in studio con Brera che si chiede perché l’Europa non ha un’agenzia di rating mentre è opportuno agevolare il rientro di capitali mantenendo i rapporti con la Svizzera vista come un’opportunità. Marica Di Pierri invece attacca ancora la finanza definendola come un campo minato senza che vi sia una divisione tra banca commerciale e banca che investe in titoli. Brera dice che l’obiettivo è quello e prima del 2020 bisognerà arrivarci e se questo non avviene sarà la fine. Parlando della massa di liquidità nel sistema, Brera è preoccupato perché la distribuzione della carta può portare in futuro a problemi, perché la bassa marea mostra poi le nudità, se si è senza costume. La Gruber chiede quanto guadagna all’anno dicendo che lui ha fatto poco più di un milione di euro ma che dipende dai clienti. La Di Pierri guadagna con la sua associazione 12 mila euro l’anno mentre Severgnini a questa domanda risponde che all’epoca disse a Brunetta che prendeva più di lui dopo 35 anni di carriera con quello che ci restò male. Severgnini dice che nonostante una vita da finanziere, si vede che Brera viene comunque dalla terra.

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OTTOEMEZZO, LA QUESTIONE ELECTROLUX – Brera dice di aver apprezzato Renzi per la sua forza e la sua voglia mentre rispondendo al finanziere Serra si è limitato ad una citazione: «se mi vuoi bene, piangi», citazione di Amico Fragile. E parlando del caso Electrolux, per Brera è opportuno creare un tessuto in Italia. Severgnini interviene dicendo che non si può chiedere ad un operaio di scendere da 1400 ad 800 euro al mese e che la proposta è un errore e non si può fare. Brera si corregge dicendo che non è che gli operai possono prendere meno ma che l’azienda deve pagare meno il lavoro con gli operai che devono prendere lo stesso. La Di Pierri non si stupisce perché è il segno di una politica che recede dal suo ruolo lasciando la contrattazione alle parti in gioco con l’azienda che avrà sempre il coltello dalla parte del manico. Continua la Di Pierri che l’elezione di Renzi rappresenta il de-profundis per il Pd a causa della cultura della personalità del leader, un tentativo di celare un programma impopolare sui servizi sociali e sul lavoro. Severgnini dice che il mondo funziona così. Brera parlando di banche dice che sono solide e che il decreto in questione porta alla rivalutazione delle quote necessaria. Il regalo è sulla carta ma le banche pagheranno più tasse (dice 1 billion anziché un miliardo) con queste che hanno un problema di sofferenza importante e bisogna puntare ad alleggerire i bilanci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

OTTOEMEZZO, COME ATTIRARE GLI INVESTITORI – Guido Maria Brera si definisce d’accordo con Enrico Letta che sostiene che le scene politiche degli ultimi giorni tengono lontani gli investimenti e con quanto accaduto gli abbiamo dato un motivo in più. Marica Di Pierri risponde a Grillo che aveva accusato quelli che si erano indignati che non sapevano cosa fosse un’opposizione spiegando che il problema italiano è di sistema, con nessuno che ha parlato di crisi ecologiche ed alimentari, con il modello economico attuale che vive su un fraintendimento legato alla filosofia dell’accumulo continuo contro le risorse finite della Terra. Si torna a parlare di Cinque Stelle e del ruolo dell’opposizione con Severgnini che dice come sia stata una cosa gravissima e che loro non se ne rendono conto, e che basta un libro di storia per capire che quanto fatto tra occupazioni e risse rimandano a periodi bui e sanno di disperazione con i ragazzi arrivati con entusiasmo che adottano gli stili parlamentari guardando il mondo con il cannocchiale girato dall’altra parte. Un’occasione persa, conclude Severgnini, mentre la Di Pierri nota la mancanza di una cultura politica. Brera dice che l’indice di sperequazione tra ricchi e poveri è al livello del ’29 mentre per altri siamo a livelli del ‘700 francese, e che si deve mantenere e far sopravvivere la classe media. E secondo Stiglitz la classe media è quella che consuma e che soddisfa la domanda reale che al momento manca. Il ricco non ha la propensione al consumo, il povero non ha i soldi per spendere e per questo la classe media è fondamentale. E se si perde quella, si perde tutto. La Gruber si chiede se con la finanza si va lontano visto che il divario è cresciuto anche per colpa della finanza, visione confermata da Brera che aggiunge come la situazione poteva essere gestita in un altro modo già nel 2008, anche se per altri si sarebbe tornati al baratto. Brera poi racconta la storia della nascita del denaro, avvenuta in territori pieni d’oro e pieni di disordine sociale. Chi era vicino alla miniera viveva da re mentre chi era lontano non aveva nulla. E per questo chi vive vicino al mondo della finanza vive bene, gli altri invece sono divisi da un cratere. Severgnini chiede a Brera quale sia il compito della finanza se non è quello di re-distribuire la finanza spostando da chi ha a chi ha fame e per molto tempo è evoluta solo che oggi è troppo grande ed è diventata da accessorio ad elemento dell’economia reale. E per questo bisogna tornare indietro e meglio per amore che per forza, altrimenti finisce male. Ed è necessario per questo che chi gestisca la finanza debba fare un passo indietro. Di Pierri non è convinta che la risposta sia la carità dei finanzieri spiegando che esistono tre strade, con l’economia che erode i diritti, aumenta la frontiera dello sfruttamento delle risorse ed utilizzare meccanismi speculativi nati come accessori e diventati più grandi del monte complessivo dell’economia reale, con il risultato che tale montagna di denaro ha prodotto diseguaglianze gigantesche. Brera dice che più di lui conta un ministro ma in genere contano tutti insieme più dei singoli. Brera continua che bisogna educare le nuove generazioni e non si tratta di una carità ma è compito di tutti.

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OTTOEMEZZO, I DIAVOLI DI LILLI GRUBER E GUIDO MARIA BRERA – Si apre con la presentazione del libro del finanziere Guido Maria Brera «i diavoli» in cui si parla di finanza sul tema dell’ultimo film con Leonardo Di Caprio  «The Wolf of Wall Street». Brera fa una distinzione tra la finanza anni’80 e la finanza 2.0 che non vuole apparire ma stare dietro le quinte, con Brera che conferma come questa sia la sua prima volta in tv. Ed a quanto pare, almeno a giudicare dalle reazioni su Twitter, la presenza di Brera, compagno di Caterina Balivo, piace alle spettatrici.

Guido Maria Brera
Guido Maria Brera

 

 

 

 

 

 

 

OTTOEMEZZO, LA PRESENTAZIONE – Questa sera ospiti di Lilli Gruber a Ottoemezzo, in onda su La7 a partire dalle 20.30, ci saranno Guido Maria Brera, co-fondatore del gruppo Kairos, il giornalista Beppe Severgnini e Marica Di Pierri, direttore del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali di Roma.

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