Le bariste in bikini che non ti servono solo il caffè

Everett, Washington (USA): Questo porto a nord di Seattle è al centro di un dibattito che sta infiammando tutto il nord ovest del paese e che riguarda i chioschi drive trough conbariste in bikini che servono caffè  agli automobilistò.  Secondo le autorità però queste impiegate offrirebbero anche altri tipi di “servizietti” che normalmente non vengono offerti nei bar, riporta il  Wall Street Journal.

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L’ESPLOSIONE DEL FENOMENO  – Everett è una città operaia di 100 mila abitanti,  e da qualche tempo i funzionari di polizia si stanno occupando della condotta troppo spinta di alcune bariste, che in alcuni casi sarebbero arrivate addirittura a prostituirsi. Dopo gli arresti avvenuti lo scorso anno nella vicina Kent, il consiglio comunale della città la scorsa settimana ha approvato all’unanimità un’ordinanza contro le attività «offensive, lascive od oscene da parte di impiegate dei caffè o di altre attività commerciali». Ordinanze simili sono state applicate anche a Federal Way, Sumner, Bonney Lake e Spokane Valley, tutte cittadine dello stato di Washington in cui vi è tensione per le attività praticate in prossimità di questi chioschi. Il fenomeno di queste attività in cui lavorano le ragazze in bikini è esploso in tutto il nord ovest, una zona in cui i bar che servono caffè sono molto numerosi. Quando la scorsa estate un chiosco della Dream Girl Espresso ha aperto a Forest Grove, in Oregon, decine di cittadini sono andati ad una riunione del consiglio comunale chiedendo alle autorità di revocare la licenza alla struttura. Il gestore del bar aveva promesso che le bariste avrebero sempre indossato il bikini e non le micromutandine con solo degli adesivi a coprire i capezzoli. Il consiglio comunale di Spokabe Valley invece ha imposto a uno di questi chioschi che le bariste si vestissero di più perchè erano praticamente nude e ben visibili dai bambini di una vicina scuola media. Sarah Bimel, titolare del XXXtreme Expresso, ritiene che le sue ragazze ora non siano tanto più vestite di un tempo, ma l’imposizione del comune le ha fatto diminuire gli affari della metà.

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LA PROSTITUZIONE – A Everett invece le preoccupazioni riguardanti questi chioschi sono ben altre: All’inizio di questo mese, la polizia della cittadina ha arrestato Carmela Panico, la responsabile di uno di questi chioschi, in quanto avrebbe corrotto e intimidito un testimone. La polizia dice che la donna avrebbe minacciato un dipendente al quale le forze dell’ordine avrebbero dovuto fare delle domande sulla presunta prostituzione all’interno dell’attività. In una relazione stilata da un detective sotto copertura si legge che una ragazza avrebbe chiesto all’agente in borghese se volesse uno “spettacolo” in cambio di soldi: lo spettacolo consisteva nel mostrare parti del corpo ai clienti. Dopo l’installazione di alcune telecamere di sorveglianza, la polizia di Everett ha assistito a dei veri e propri atti di prostituzione. Nell’indagine è emerso anche che un sergente del dipartimento di polizia dello sceriffo di Snohomish avrebbe ricevuto favori sessuali in cambio di soffiate sulle retate da parte delle forze dell’ordine. La polizia la scorsa estate ha fatto irruzione nell’abitazione della Panico arrivando a sequestrare circa 250 mila dollari in contanti che la donna ha chiesto di riottenere: il suo avvocato dice che i soldi le serviranno per l’imminente processo che dovrà affrontare. Alcuni funzionari di Everett ritengono che una soluzione a questo tipo di problema sarebbe quello di regolamentare i chioschi e renderli un posto per l’intrattenimento di adulti, il che renderebbe il tutto, o per lo meno l’esposizione di parti del corpo, perfettamente legale.

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