Dorotea De Pippo: la colf fermata per la strage di Caselle

È stata fermata Dorotea De Pippo, 52 anni, l’ex colf di Giorgio, Mariangela Allione e la madre di lei Emilia, uccisi nella loro casa di Caselle Torinese il 3 gennaio.

DOROTEA DE PIPPO E LA STRAGE DI CASELLE – Dorotea De Pippo è ex convivente di Giorgio Palmieri, 55 anni, già arrestato per il triplice omicidio. I carabinieri spiegano che nei confronti della donna sono stati acquisiti gravi e convergenti elementi di responsabilità.

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DOROTEA DE PIPPO SULLA SCENA DEL DELITTO? – Vi sarebbero elementi che proverebbero la presenza di Dorotea De Pippo, l’ex colf della famiglia Allione, sulla scena del delitto la sera del 3 gennaio scorso insieme a Giorgio Palmieri. Lo si apprende da indiscrezioni giudiziarie, secondo cui tuttavia questo non sarebbe l’unico elemento che ha portato all’arresto della donna, che invece aveva sempre sostenuto di non sapere nulla di quanto commesso dall’ex compagno. Finora le deposizioni dei due erano state concordanti.

DOROTEA DE PIPPO ACCUSATA DI OMICIDIO PREMEDITATO – Dorotea De Pippo è accusata di concorso in omicidio premeditato. È stato confermato oggi dagli inquirenti in conferenza stampa.  Dopo averla difesa a spada tratta, l’ex convivente Giorgio Palmieri ha ammesso che la sera della strage in casa Allione c’era anche Dorotea De Pippo. Secondo quanto si apprende dalle informazioni fornite dagli investigatori, a farlo crollare sono stati gli indizi pesanti a carico della donna, in particolare le celle telefoniche che hanno individuato la sua presenza nella zona della villa, e il bancomat delle vittime abbinato a una carta a punti che solo Dorotea usava. Palmieri, subito dopo il suo arresto, avvenuto quattro giorni dopo il triplice delitto commesso il 3 gennaio, aveva sempre ripetuto che l’ex convivente, dalla quale, tra l’altro ha avuto una figlia, non era coinvolta. Da parte sua Dorotea De Pippo aveva subito preso le distanze da quell’uomo che solo da pochi giorni non viveva più con lei. Anzi, era stata lei a difendere il figlio delle vittime, Maurizio Allione sul quale, in un primo momento, si erano concentrati i sospetti, pur non essendo mai stato formalmente indagato.

LA VENDETTA DI DOROTEA DE PIPPO – Non il denaro, ma la vendetta sarebbe il movente del triplice omicidio di Caselle. Giorgio Palmieri ha raccontato agli inquirenti che Dorotea De Pippo voleva la morte degli Allione perché “l’avevano maltrattata”, probabilmente riferendosi al fatto che la famiglia l’aveva licenziata cinque mesi fa. Lo si apprende dai verbali dell’interrogatorio.

LA VERSIONE DI GIORGIO PALMIERI – Giorgio Palmieri  avrebbe raccontato agli inquirenti di essersi presentato davanti alla villetta la mattina del 3 gennaio scorso. Il massacro sarebbe scaturito da una discussione legata all’allontanamento della sua compagna dalla casa, avvenuto alcuni mesi prima. Palmieri voleva convincere la famiglia a riassumere la domestica, allontanata perché sospettata del furto di una collanina.

L’ARMA DEL DELITTO – Dorotea De Pippo aveva lavorato in casa degli Allione per 5 anni. L’arma del delitto è probabilmente un punteruolo (o comunque un oggetto affilato) afferrato dall’uomo all’interno della casa degli Allione. «Non avevo armi con me», avrebbe detto agli inquirenti Palmieri. E ancora: «Ho agito da solo». Dopo la strage Palmieri, con piccoli precedenti penali, si sarebbe poi rifugiato a casa di un amico, a Torino, abitazione dalla quale è stato prelevato nella tarda notte dai carabinieri. Sulle mani dell’assassino al momento del fermo evidenti ferite da arma da taglio. All’individuazione dell’autore del massacro sono stati determinanti i tabulati telefonici dei giorni scorsi.

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