Il piano di Marine Le Pen per uscire dall’euro

23/01/2014 di Andrea Mollica

Il Front National di Marine Le Pen vuole vincere le prossime elezioni europee in Francia con un tema: la lotta alla moneta unica. Uscire dall’euro è la posizione che più distingue la Le Pen dagli altri leader francesi, di destra come di sinistra, dal presidente Hollande fino al suo forse di nuovo avversario Sarkozy. Sul sito del partito è stato pubblicato un dossier su vantaggi dell’abbandono della moneta unica, di cui abbiamo già parlato su Giornalettismo.

uscire dall'euro marine le pen front national 1

ADDIO EURO – Marine Le Pen sta scommettendo tutte le sue carte sull’addio all’euro per conquistare il risultato che sconvolgerebbe le cancellerie continentali. Il Fronte Nazionale è rilevato in testa nelle intenzioni di voto per le prossime elezioni europee, e la formazione di estrema destra potrebbe conseguire un vero e proprio boom di portata storica. In Francia, paese guida del processo di integrazione del Vecchio Continente, il partito di maggioranza relativa sarebbe una formazione anti europea, che propone al primo punto della sua agenda programmatica la dissoluzione dell’unione monetaria creata coi Trattati di Maastricht.  Sul sito del Fronte Nazionale troneggia un dossier intitolato «Tutto quello che bisogna sapere sulla fine dell’euro», che spiega, per così dire, ai visitatori come e perchè la Francia deve dire addio alla moneta unica. Una posizione che la Le Pen vuole portare all’Europarlamento insieme ad altri partiti di destra radicale, come il Partito liberale austriaco, oppure il PVV olandese di Geert Wilders.

 

LE PEN COME SALVINI – In questo blocco anti euro non ci saranno i M5S, ma terrà alto l’onore del nostro paese la Lega Nord di Matteo Salvini, che ha riconvertito il Carroccio, dopo la mistica della Padania, alla religione contro la moneta unica. Un aspetto che unisce Marine Le Pen a Matteo Salvini è l’indicazione dello stesso numero di economisti premi Nobel, sette, che sarebbero favorevoli all’addio all’euro. I nomi sono praticamente gli stessi di quelli analizzati da Guido Iodice per Giornalettismo. Ci sono Krugmam, Stiglitz, Friedman, Mirrlees, Pissarides, Sen e c’è Thomas Sargent al posto di Tobin. Le frasi citate sono pressoché le medesime, ed al solito bisogna precisare di quanto schierare questi economisti nel fronte anti euro, sopratutto quello politico rappresentato dalla destra populista europea, quella della Le Pen e di Salvini, sia una tale forzatura da rappresentare una mezza patacca.

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BUFALA DEI NOBEL –Le posizioni critiche sull’unione monetaria erano e sono piuttosto diffuse dall’altra parte dell’Atlantico, e solo uno, Mirrlees, si può definire compiutamente anti euro. Il ragionamento che ad esempio fa Stiglitz è proprio l’opposto di quello che fa il Fronte Nazionale. Da una parte l’ex capo economista della Banca Mondiale propone di salvare l’eurozona in vari modi, tra cui come extrema ratio ci potrebbe essere l’addio del paese più forte, la Germania. Dall’altra invece il Fronte Nazionale vuole dichiarare guerra a Berlino per ripristinare la sovranità ed il peso perduto della République, una tesi che sicuramente farebbe inorridire un premio Nobel  di tendenze liberal come Paul Krugman. Infine, citare un economista morto come Milton Friedman non è esattamente un punto a favore di chi vuole l’uscita dall’euro.

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INVENZIONE GIURIDICA – L’economia non è l’unico aspetto molto deficitario del dossier del Fronte Nazionale, teso a decantare le sorti meravigliose e progressive dell’addio all’euro. Su vari punti, come le varie bufale sulla benzina ed altro, rimandiamo all’analisi di Alessandro Guerani. Il Fronte Nazionale riesce a scrivere che esista una possibilità legale di addio all’euro, contenuta nei Trattati UE. L’articolo esiste, si chiama clausola di recesso, e corrisponde all’articolo 50 del Tue. Il problema è che questa norma, a differenza di quanto scrive il Front Nazional, permette la fuoriuscita dall’UE, non da una parte della stessa come è l’unione monetaria. Il partito della Le Pen cita la convenzione di Vienna dei Trattati, che poco o nulla ha a che vedere con una costruzione come l’Unione Europea, e sopratutto scrive il falso quando dice che potrebbe essere concessa la clausola opt out per l’unione monetaria concessa ad esempio a Gran Bretagna, Svezia o Danimarca. Questa facoltà fu concessa a loro, ma già nell’acquis communitaire che ha disciplinato l’ingresso dei nuovi paesi membri è stata esclusa. L’uscita dall’Ue, tutta, anche da quella che fa comodo alla Francia come la Politica agricola comune,  poi non può essere unilaterale, ma è sottoposta al voto a maggioranza qualificata del Consiglio.  Dopo le fantasiose valutazioni economiche, i no euro alla Marine Le Pen sembrano specializzarsi anche in ardite ricostruzioni giuridiche che nulla hanno a che fare con la realtà.

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