Gli svizzeri di sinistra che non vogliono gli italiani

La presenza dei lavoratori italiani nel Canton Ticino, la parte italofona della Svizzera, è sempre più osteggiata visto che i cosiddetti frontalieri sono accusati di portare via occupazione ai residenti, e di provocare un dannoso dumping salariale. Battaglia storicamente cavalcata dalla destra ticinese, in primis dalla locale Lega, che ora però ha fatto breccia anche a sinistra.

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SINISTRA ANTI ITALIANI – Tra un paio di settimane la Svizzera voterà un referendum sulla libera circolazione dei cittadini europei all’interno dei suoi confini. La Confederazione Elvetica non fa parte dell’UE, ma nel corso degli ultimi anni ha approfondito i suoi rapporti economici ed istituzionali con una seria di trattati bilaterali, che hanno introdotto nell’ordinamento svizzero vari pilastri del mercato comunitario. Uno di questi è appunto la libera circolazione dei lavoratori, che viene contestata da un referendum promosso dalla destra svizzera, l’Udc di Blocher nota per varie campagne a tinte xenofobe. L’iniziativa popolare chiede uno stop alla libera circolazione, ed il ritorno alle quote stagionali che regolavano l’immigrazione prima dell’adesione ai bilaterali con l’UE. L’ostilità alla libera circolazione è un cavallo di battaglia della destra svizzera e della Lega dei Ticinesi, ma ora è entrata a far parte anche del patrimonio della sinistra, quantomeno della Svizzera italiana. I Verdi del Canton Ticino, guidati dall’ex comico Sergio Savoia, si sono schierati a sorpresa a favore del sì al referendum, creando un piccolo caso nazionale.

BASTA FRONTALIERI – I Verdi sono considerati in Svizzera uno dei due partiti principali della sinistra, insieme ai socialisti. Proprio la loro natura progressista aveva portato qualche anno fa ad una scissione centrista da parte dei Verdi liberali, formazione ormai consolidatasi nella Confederazione Elvetica che propone un ecologismo molto attento alle ragioni del mercato. I Verdi ticinesi però si sono smarcati dal loro partito federale, schierato per il no come d’abitudine per i referendum promossi dalla destra anti stranieri svizzera, per colpa dei frontalieri. I lavoratori italiani che attraversano il confine per recarsi al posto di lavoro sono troppi secondo il leader locale Sergio Savoia, che in questi ultimi mesi si è sempre più contraddistinto per battaglie anti frontalieri dal sapore leghista. La Lega dei Ticinesi ha infatti costruito il suo primato elettorale nella Svizzera italiana proprio sfruttando il diffuso sentimento di ostilità contro gli italiani.

SVIZZERI IN FUGA – I Verdi ticinesi si sono parzialmente smarcati dall’obiettivo del referendum, perché in realtà auspicano una revisione dei trattati bilaterali e non il ritorno al vecchio sistema promosso dalla destra. Per gli ecologisti della Svizzera italiana gli accordi con l’Unione Europea hanno fatto esplodere la presenza dei nostri connazionali in Canton Ticino. L’incremento registrato in questi ultimi anni è stato favorito anche dalla crisi economica che ha colpito la confinante Lombardia, ma per Savoia ed i suoi la responsabilità maggiore è il fallimento dei bilaterali. Secondo i Verdi questi accordi hanno creato una situazione insostenibile sopratutto i giovani residenti del Canton Ticino, che fanno fatica a trovare occupazione a causa dei salari troppo bassi accettati solo dagli italiani. In Svizzera il costo della vita è significativamente superiore rispetto all’Italia, e secondo chi si oppone al frontalierato gli imprenditori elvetici sfruttano questa situazione per ridurre il proprio costo del lavoro.

ROTTURA A SINISTRA – La posizione dei Verdi ticinesi  è diventata un caso nazionale proprio perché la formazione ecologista si è accodata ad una battaglia che storicamente divide la destra dalla sinistra. A livello federale i Verdi hanno definito un grido di disperazione la posizione della propria sezione ticinese. Il leader locale Savoia ha però smentito questa definizione, parlando di un atto di solidarietà verso i lavoratori locali. In questo momento, hanno rimarcato più volte i Verdi durante questa campagna referendaria, se si misurasse la disoccupazione giovanile secondo gli standard dell’Ilo il tasso dei ragazzi senza lavoro sarebbe al 15%. Una percentuale molto alta per la prospera Svizzera, che spinge molti giovani ticinesi ad abbondare la propria residenza per trovare lavoro nell’area germanofona della Confederazione. A livello locale i Verdi si sono così scontrati anche con i socialisti ticinesi, schierati per il no al referendum della destra contro la libera circolazione.

Photocredit: Blick, TagesAnzeiger, Facebook

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