Caos Garlasco: Alberto Stasi e il movente che non c’è più

L’omicidio di Garlasco è senza un movente. La Cassazione ha assolto ieri Alberto Stasi dall’accusa di detenzione di materiale pedo-pornografico cambiando le carte dell’accusa nel processo madre, ovvero quello relativo all’omicidio di Chiara Poggi.

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L’ASSOLUZIONE – Secondo l’accusa, il movente dell’omicidio della studentessa di Garlasco, morta nel 2007, fu proprio legato a queste immagini in quanto si sosteneva che Alberto avesse ucciso Chiara colpevole di aver scoperto queste immagini. La Cassazione, come riportato da Giustiziami, ha però stabilito che il fatto non sussiste perché le immagini in questione non vennero scaricate, sconfessando così le sentenze di primo e secondo grado che avevano previsto rispettivamente 30 giorni di reclusione e una multa di 2.540 euro di cui 1.140 in sostituzione della pena detentiva. La decisione quindi ribalta la tesi dell’accusa e conferma che Chiara Poggi non è stata uccisa per i contenuti pedo-pornografici perché non ci sono mai stati.

 

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LA DIFESA VINCENTE – Il professor Angelo Giarda, difensore di Stasi, ha dimostrato che le immagini non vennero scaricate e che quindi non potevano essere viste. Sante Spinaci, procuratore generale della Cassazione, aveva invece chiesto la conferma della condanna.  Giarda è però riuscito a convincere la Corte che il computer di Stasi non aveva su E-Mule, programma necessario per scaricare video, ma solo Morpheus. Mancando quindi la prova della condanna, mancava anche la motivazione per l’omicidio di Chiara Poggi perché l’accusa non ha accertato lo scaricamento delle immagini ma ha solo ottenuto frammenti di un contenuto più vasto di tipo pornografico, la cui visione è assolutamente lecita.

QUALE MOVENTE? – Ora bisognerà attendere un mese per le motivazioni. Ma certo questa vittoria nel procedimento bis rischia di minare nelle fondamenta il lavoro del pubblico ministero. Si perché ora bisognerà trovare un nuovo capo d’accusa che giustifichi la morte di Chiara Poggi. Perché la ragazza è morta nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2007? Il movente non c’è più così come tutto l’impianto accusatorio. Non bastano quindi i frammenti ma servono prove, contenuti, file. Tutte cose assenti nel computer di Stasi. Il procuratore generale Laura Barbaini, convinta che la causa dell’omicidio stesse nella reazione di Chiara a quelle immagini, non sembra aver gradito la decisione degli ermellini.

IL CAOS GIUDIZIARIO – Ed ora l’accusa dovrà studiare un nuovo piano d’azione considerando che non c’è un testimone e manca l’arma del delitto. A nove mesi di distanza, continua Giustiziami, non si è trovato chi firmerà la nuova sentenza. Il prescelto, Sergio Silocchi, presidente della prima corte d’Assise, è l’ex marito della Barbaini ed ha scelto di farsi da parte. E visto che neanche i giudici della seconda assise che avevano scagionato Stasi potranno celebrare il nuovo processo, restano solo quelli della terza sezione della Corte d’Appello che, a loro volta, non potranno tenere conto della pronuncia precedente della Cassazione che l’11 novembre ha nuovamente fatto saltare il banco.

 

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ALLA RICERCA DI UN CAPO D’ACCUSA – Si, perché come abbiamo scritto in passato e come ricordato da Leggi Oggi, in quella data gli ermellini hanno deciso che il processo per la morte di Chiara Poggi è tutto da rifare. O meglio. In quel giorno sono state pubblicate le motivazioni della sentenza del 18 aprile 2013 in cui venne annullata l’assoluzione di Alberto Stasi. I giudici supremi, chiamati a giudicare questioni di legittimità, hanno invece ordinato di rifare tutto perché non convinti di come si sono svolti i fatti. Serve quindi un nuovo processo d’appello, Alberto Stasi sarà nuovamente imputato, verranno usate nuove prove. Ma quali?

TUTTO DA RIFARE – La Cassazione ha spiegato che «La ricostruzione dei fatti non consente di pervenire ad un risultato di assoluzione o di condanna, contrassegnato da coerenza, credibilità e ragionevolezza». E probabilmente la condanna sarebbe arrivata qualora vi fosse stata da parte della Cassazione la pronuncia su un’eventuale colpevolezza di Stasi per il possesso di materiale pedo-pornografico. Ora però questo «tutto da rifare» ricade interamente sulle spalle dell’accusa mentre la difesa potrà riorganizzarsi sfruttando l’importante vittoria nel processo-bis. E nelle prossime settimane verrà fissata una data per celebrare un processo per un omicidio privo di movente e senza una prova.

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