Il video rubato della donna che si ribella in Corea del Nord

Sembra proprio che la presenza di regimi oppressivi e severi nel reprimere le insubordinazioni, non riesca ad aver ragione di alcuni limiti invalicabili, tra i quali quello che da sempre consiglia agli uomini di non criticare l’abbigliamento femminile.

corea del nordIMMAGINI RARE – Un filmato a suo modo eccezionale che esce dalla Corea del Nord e ci arriva attraverso il giornalista giapponese Jiro Ishimaru. Fa parte di un documentario più lungo trasmesso dalla rete televisiva pubblica americana PBS sulla vita segreta dei nordcoreani, che secondo Ishimaru non sono proprio gente timida e dimessa o sottomessa dal lavaggio del cervello della propaganda e che, a giudicare dal video, sanno anche ribellarsi all’autorità.

NON SI FA – Il punto del contendere in questo caso sono i pantaloni, perché il regime alle donne «consiglia» le gonne, ma la sorte che attende gli incauti militari che provano a punire o rimproverare le coreane non è migliore di quella dei guardiani sauditi che badano alla protezione della virtù e alla repressione del vizio, è giusto appena migliore di quella dell’ayatollah iraniano preso a ceffoni da una donna in circostanze analoghe.

NON PROPRIO CERVELLI SLAVATI – Al di là dell’ironia si tratta di episodi che testimoniano come certe pretese da stato totalitario e certi moralismi siano rifiutati anche quando l’opposizione all’autorità potrebbe portare grossi guai. Nei tre paesi non si lesinano certo le punizioni, in particolare agli immorali, ma questo tipo di controllo sociale genera un’insofferenza quasi pre-politica e quando le donne sono avvicinate da uomini che pretendono di dire loro come vestirsi e si si rivolgono a loro trattandole da prostitute, nel caso nordcoreano esplicitamente, sembra proprio che nessun timore per nessuna sanzione riesca ad arginare aspre reazioni, spontanee e probabilmente esasperate, ma decisamente energiche e destinate a rimanere nella memoria collettiva tra i più noti atti di ribellione contro quei regimi.

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