Barbara D’Urso, la lettera anonima su Caterina Simonsen e la «censura» di Michela Brambilla

Ieri nel salotto di Domenica Live di Barbara D’Urso è stato affrontato il tema della ricerca e degli animali utilizzati a fini scientifici. Oltre alle parole in video di Caterina Simonsen, la ragazza affetta da malattie rare che ha subito in rete minacce da parte degli animalisti, è stata diffusa la lettera di un ragazzo “anonimo” che sempre in sostegno a Cate ha precisato quanto sia importante la sperimentazione animale. Il ragazzo, contattato dalla redazione, ha concordato per l’anonimato e la pubblicazione di una sua lettera aperta. Peccato che però il suo intervento sia stato tagliato in pochi secondi. «Mi avevano avvertito di alcuni tagli», spiega contattato da Giornalettismo. Probabilmente è stata scelta questa ozione per questione di timing in studio. «Non li ho risentiti – racconta – era mia facoltà chiamare in studio, ma avrei criticato qualcuno semplicemente leggendo la pagina Wikipedia della Brambilla». «Le ingiurie e le minacce hanno una responsabilità personale. Nella storia non c’è nessun episodio di animalisti che siano stati violenti. Basta parlare di animalisti», ha replicato in studio la Brambilla dopo il video della lettera. «Questo dibattito è strumentale», ha chiuso, ponendo per inciso il lavoro in Parlamento sul recepimento della direttiva europea sulla sperimentazione animale. Ma cosa è successo dopo la diffusione del comunicato?

Sperimentazione-Animale-Domenica-Live-Censura-Brambilla

GLI ACCORDI CON LA REDAZIONE – Tutto iniziò con la chiamata da parte della redazione di Domenica Live. Il giovane, che vuole conservare l’anonimato anche con noi, spiega che ha concordato una lettera con la redazione, proprio per evitare ulteriori attacchi ricevuti in rete nei giorni scorsi. Non ha voluto andare in studio ma ci ha tenuto comunque a dare ils uo contributo. Anche lui, come Caterina Simonsen e tanti altri ha diffuso la sua foto con cartello in sostegno della ricerca sotto l’hashtag #iostoconcaterina. Anche lui, come tanti altri ragazzi, ha ricevuto un flame di insulti e critiche sotto l’immagine. «Ho deciso che il mio lavoro oramai lo avevo fatto: creare un caso, assieme a Caterina. Ma ora la palla sarebbe dovuta passare agli scienziati», spiega il giovane. Ieri ha seguito anche lui la puntata di Domenica Live. Non senza perplessità. In serata un suo amico (che ha letto la lettera originale) ha pensato di pubblicare un suo pensiero sulla bacheca della presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. Solo che il post non è rimasto. Anzi è stato “rimosso”.

I TAGLI E IL POST RIMOSSO SU FACEBOOK – Chi ha pubblicato in difesa dell'”ospite anonimo”? Si tratta di Alberto Calabrò, malato di spina bifida e diabetico. Nei giorni della polemica tra Cate e gli animalisti, ha pubblicato (come Lucia) una foto in sostegno della ragazza di Padova. Laureato in legge, sta studiando per una seconda laurea in ingegneria meccanica. Anche lui ieri ha seguito la puntata del programma ed è rimasto perplesso sul bilanciamento degli interventi in studio. Così ha deciso di replicare sulla pagina Fb dell’ex ministro del Turismo. «Lei ha espresso aspre parole per il malato che non si è presentato a Domenica Live – recita il post – Ha detto che deve prendersi la reponsabilità della sua diserzione. Lei è una donna potente e protetta, al riparo da minacce fisiche e probabilmente crede davvero che il mondo animalista sia buono e tenero. Certamente l’animlismo è una causa nobile, ma al suo interno ci sono tanti, troppi che ne hanno fatto un far west, nel quale tutto è lecito dall’insulto verso chi la pensa diversamente, fino ai daneggiamenti delle altrui proprietà, alle minacce verbali e fisiche». Il pensiero di Alberto continua: «Avrebbe fatto una figura migliore con un “io sono pacifica, ma capisco i timori di quest’uomo e invito tutti gli animalisti alla calma”. Vede lei è una donna intoccabile e protetta e ha il compito in quanto politico di dare messaggi politici. Quell’uomo è un signor nessuno che si sarebbe esposto ai violenti». Il post prosegue con sotto il link alla pagina Wikipedia di Brambilla: «Qui sotto un semplice link nel quale si possono nel quale si possono rinvenire informazioni riprese da autorevoli fonti, riguardanti un passato (e un presente?) che non fanno credere a un sincero sentimento animalista». Qui sotto il post, che però come ci spiega Alberto, è stato prontamente rimosso della bacheca:

domenica live sperimentazione animale

IL CAMBIAMENTO SU WIKIPEDIA – A quale riferimento imprenditoriale si riferiva Alberto? Come ricorda la bio sul Corriere della Sera si tratta del gruppo Sal Seafood e alla Sotra Coast International (2001), ovvero vendita all’ingrosso di prodotti ittici (perlopiù gamberi surgelati e salmone affumicato). Sulla pagina wikipedia però il riferimento al passato imprenditoriale non c’è più. la pagina risulta modificata per l’ultima volta “il 12 gennaio 2014 alle 20:27”. Qui sotto uno screenshot di Alberto sulla pagina wiki e il ban su Facebook:

Cosa conteneva la lettera originale inviata al programma? Diverse cose, tra cui una richiesta all’Aifa (riportata anche da Domenica Live) e verso l’onorevole Brambilla. Eccola qui per intero:

Sono uno di quei ragazzi che, ispirati da Caterina Simonsen, ha messo su facebook la propria fotografia accompagnandola con un messaggio molto semplice: sono malato e voglio curarmi. Per questo sono stato oggetto di pesantissime minacce – anche aggravate – ingiurie e diffamazioni. Una giornalista, notando la mia fotografia -ampiamente condivisa in rete- mi ha contattato per chiedermi di partecipare a questo programma, nel quale avrei dovuto raccontare la mia esperienza. A malincuore devo rinunciare. Le cattiverie scritte sui social network provengono da tanti innocui bulli da tastiera, ma non possiamo essere certi che tra le migliaia di telespettatori di questo programma non ve ne sia qualcuno, magari mentalmente instabile, che decida di farmi fisicamente del male, considerato che apparendo in TV ci si rende molto più visibili e identificabili rispetto all’esporsi in un social network.

e ancora…

C’è differenza tra coraggio e incoscienza: Caterina è stata coraggiosa, ha avviato un argomento che mai era stato preso in considerazione dai media. Noi altri ragazzi, me incluso, siamo stati coraggiosi perché abbiamo contribuito a fare da cassa di risonanza al suo importante messaggio e quindi alla vergognosa violenza scatenata contro di lei. Ciò che volevo dire l’ho già detto, come l’ha detto Caterina e l’hanno detto decine di altre persone; un’ulteriore esposizione da parte mia non aggiungerebbe nulla di nuovo, portando solamente più odio verso di me e ponendomi in pericolo. Supererei il confine che dal “coraggio” porta a una sciocca incoscienza.

L’importanza che il testimone passi ai medici:

Non è la prima volta che certi esagitati animalisti non esitano a distruggere recinzioni, invadere proprietà private e commettere furto di animali a dir loro maltrattati; temo che da qui al crocifiggere il “cattivo sperimentatore” di turno visto su canale 5 e incontrato per strada il passo sia veramente breve. E’ tempo che il “testimone” del coraggio passi solo ed esclusivamente a professionisti della medicina: noi abbiamo acceso, sulla nostra pelle, l’interesse dell’opinione pubblica sulla sperimentazione animale, agli scienziati spetterà ora l’onere di informarla con precise informazioni scientifiche. Tuttavia avrei qualche richiesta da fare:

E le richieste…

1)Chiedo che la magistratura, in concerto con la polizia postale, focalizzi l’attenzione sul web e sui social network, oscurando tutto ciò che abbia come unico scopo non il dialogo, ma la propaganda di odio verso Caterina Simonsen e chiunque la supporti, e di intraprendere azioni penali contro chi si macchi di delitti procedibili d’ufficio. Considerate queste mie parole una notitia criminis;
2) Propongo all’AIFA, accodandomi a Caterina, di apporre su ogni farmaco (anche omeopatico, a partire dal 2015) la dicitura “Questo medicinale è stato testato sugli animali secondo le norme vigenti” affinché gli animalisti possano decidere di non curarsi in alcun modo e in alcuna circostanza, per restare coerenti con l’idea che la sperimentazione animale sia una pratica criminale;
3) Sapendo della presenza dell’on. Brambilla in studio, chiedo che si pronunci con forti, aspre e convinte parole di condanna verso qualsiasi manifestazione di violenza, senza limitarsi a blande dichiarazioni politiche di facciata;
4) Chiarisco che in verità stiamo tutti dalla stessa parte: nessuno gode all’idea che un farmaco debba essere testato su animale. Quando la scienza inventerà efficaci metodologie di sperimentazione non cruenta (già presenti, ma ancora inaffidabili) allora vivremo di certo in un mondo migliore.
Non esistendo ancora valide alternative alla sperimentazione animale, dobbiamo limitarci a imparare dalla storia quali effetti possano derivare dalla commercializzazione di un farmaco non adeguatamente sperimentato: la Talidomide, commercializzata senza essere stata testata su animali in gravidanza, fu’ tranquillamente somministrata a donne incinte: nacquero migliaia di bambini affetti da focomelia, tantissimi di loro morirono. Se fosse stata testata su (pochi) animali gravidi, avremmo potuto salvare la vita di migliaia di bambini prematuramente morti, e chi di loro è sopravvissuto oggi avrebbe le proprie braccia e le proprie gambe. Non siamo assassini di animali, siamo malati che sostengono la sperimentazione animale per avere quei farmaci che ci fanno sopravvivere. Nella speranza condivisa da tutti noi che la scienza, il prima possibile, possa trovare un modo di testare gli effetti di un farmaco senza il bisogno di una cavia, e che chi oggi abusa della sperimentazione non rispettandone i protocolli e provocando inutili sofferenze agli animali sia seriamente punito.

(In copertina Alberto Calabrò, che ha difeso le parole dello “scrittore anonimo” di Domenica Live)

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