Il blitz per le tangenti sugli appalti post terremoto all’Aquila

08/01/2014 di Redazione

Quattro persone sono state arrestate nella provincia dell’Aquila in un’inchiesta legata agli appalti della ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009. Diversi gli indagati, compreso l’attuale vice-sindaco del capoluogo abruzzese, Roberto Riga. Fin dalle prime ore dall’alba gli agenti della Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, con la collaborazione di quella di Teramo e di Perugia, stanno eseguendo le misure cautelari in regime di arresti domiciliari, più altre perquisizioni, in ditte, abitazioni e al Comune di L’Aquila nei confronti di attuali e ex assessori e funzionari pubblici aquilani ritenuti responsabili, a diverso titolo insieme a imprenditori, tecnici e faccendieri, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica, appropriazione indebita.

IL SISTEMA – Le indagini, iniziate nel novembre del 2012, hanno permesso di svelare l’esistenza di un sistema corruttivo, secondo il quale alcuni imprenditori interessati ai lavori per la ricostruzione post terremoto, fornivano illecite dazioni, quantificate in circa 500mila euro, elargite nei confronti di funzionari pubblici quale contropartita per l’aggiudicazione di appalti relativi a lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati dal sisma del 2009 (tra cui Palazzo Carli, sede dell’Università di L’Aquila). È stata poi accertata l’appropriazione indebita della somma di 1.268 mila euro, da parte di alcuni indagati, relativa al pagamento di taluni dei suddetti lavori. I fatti-reato commessi a L’Aquila, si riferiscono al periodo che va da settembre 2009 a luglio 2011.

OPERAZIONE DO UT DES – Secondo gli inquirenti che seguono l’inchiesta, denominata «Do ut Des», gli indagati, attuali ed ex funzionari pubblici locali, avevano creato un sistema di tangenti ben radicato nel tempo e sul territorio aquilano. Il motivo? Ottenere dazioni di denaro illecite attraverso l’aggiudicazione di alcuni appalti relativi a lavori di messa in sicurezza di edifici danneggiati dal sisma del 2009. Quaranta gli agenti impiegati fin dalle prime ore del mattino. Alcuni indagati, inoltre, si sono indebitamente appropriati, previa contraffazione della documentazione contabile, della somma di circa 1.250.000 euro, relativa al pagamento di parte dei lavori. Sono state eseguite numerosi perquisizioni, anche in uffici pubblici, ed i reati commessi nel capoluogo abruzzese si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2009 e luglio 2011.

INCHIESTA TANGENTI POST-TERREMOTO A L’AQUILA: LE PERSONE COINVOLTE – Tra le otto persone coinvolte, c’è anche l’attuale vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga, indagato, all’epoca dei fatti assessore all’urbanistica. Noti anche due dei quatto arrestati ai domiciliari. Uno dei due è Pierluigi Tancredi, 60 anni, attuale dirigente dell’Asl numero 1: in passato fu più volte assessore della Giunta di centrodestra negli anni Duemila, mentre all’epoca dei fatti era consigliere comunale delegato per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città. L’altro è Vladimiro Placidi, 57, assessore comunale alla Ricostruzione dei beni culturali dopo il terremoto nel primo mandato del sindaco, Massimo Cialente, oltre che direttore del Consorzio dei beni culturali della Provincia dell’Aquila. Sono finiti ai domiciliari anche Daniela Sibilla, 38enne dipendente collaboratrice del Consorzio beni culturali e già collaboratrice di Tancredi durante i suoi mandati di assessore, e Pasqualino Macera, 56enne all’epoca funzionario responsabile Centro-Italia della Mercatone Uno Spa.

Oltre a Riga, gli altri denunciati sono Mario Di Gregorio, 45, direttore del settore Ricostruzione pubblica e patrimonio del Comune dell’Aquila, all’epoca dei fatti funzionario responsabile dell’ufficio Ricostruzione; Fabrizio Menestò, 65, ingegnere di Perugia, all’epoca direttore e progettista dei lavori per le opere provvisionali di messa in sicurezza di palazzo Carli, sede del rettorato dell’Università dell’Aquila; Daniele Lago, 40, imprenditore di Bassano del Grappa, Ad della Steda Spa, aggiudicataria di alcuni appalti. Ben tredici anche le perquisizioni, realizzate in diverse ditte, abitazioni private e all’interno degli uffici del Comune dell’Aquila.

IL SISTEMA CORRUTTIVO – Le indagini sono partite dalle azioni indebite di un imprenditore veneto (amministratore di una società per azioni) che intendeva procacciare lavori sulla ricostruzione per l’azienda e che ha trovato la disponibilità corruttiva in alcuni amministratori pubblici aquilani e nei loro sodali. Pronti a ricevere somme di denaro illecite, approfittando della situazione d’emergenza. Maurilio Grasso, capo della squadra mobile intervistato da SkyTg24, ha ricostruito come l’indagine si sia concentrata su alcuni singoli episodi corruttivi, comprese le tangenti per gli appalti per la messa in sicurezza di Palazzo Carli, tra le più importanti sedi dell’Ateneo abruzzese.

 

Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha spiegato all’agenzia AdnKronos di aver già convocato la Giunta: «A brevissimo ci riuniremo. Cercheremo di capire cosa sta succedendo». Cialente ha spiegato di sentirsi «tradito»: «Sto malissimo, perché ho sempre raccomandato a tutti la massima trasparenza e il rispetto della legge», ha aggiunto il sindaco all’Asca.

(Credits immagine di copertina Ansa)

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