L’erba libera e la tragica risposta del Pd di Renzi

La legalizzazione della cannabis in Uruguay e la vendita delle droghe leggere ammessa negli stati americani di Washington e Colorado hanno sollecitato una riapertura del dibattito sugli stupefacenti anche nelle nostre tristi lande normate da una legge così repressiva ed insensata come la Fini-Giovanardi. Barack Obama non è esattamente un campione della cannabis libera, anzi purtroppo appare proprio l’opposto, ma il presidente uruguaiano Pepe Mujica è diventato da un po’ di tempo una delle figure estere più apprezzate dall’opinione pubblica progressista. Dopo l’esaurimento per l’infatuazione per lo stesso Obama così come per Hollande, l’eterna ricerca di idoli esterni al nostro paese ha portato ad un innamoramento per l’anziano ex Tupamaro, che però non ha ispirato una svolta antiprobizionista nella sinistra italica.

Il dibattito pubblico nel nostro paese è ripartito, forse neanche così paradossalmente, grazie al tweet di un assessore leghista della Lombardia, Gianni Fava. L’esponente del Carroccio ha chiarito immediatamente come la sua posizione fosse espressa solo a titolo personale, e i leader leghisti lo hanno subito fermato. Un vero peccato, anche se la deriva da ultradestra impressa da Salvini e Maroni dopo l’evaporazione della mistica della Padania avrebbe creato troppe contraddizioni con la propria base elettorale. Fava però, nei 140 caratteri lasciati liberi da Twitter, esprimeva un concetto che dovrebbe essere caro a tutti i difensori del Law and Order. Il proibizionismo è una politica fallimentare, un ingente spreco di risorse pubbliche che favorisce invece che contrastare la criminalità organizzata. Una posizione coerente con una linea di destra, certo liberale, ma pienamente coerente con un pensiero conservatore.

Il fallimento del proibizionismo e sopratutto l’allargamento delle libertà individuali, che qualche tempo fa si chiamavano battaglie per i diritti civili, dovrebbero invece caratterizzare la sinistra. Una lotta intrapresa dai socialisti del Fronte Ampio di Mujica, così come dai democratici, tra gli altri, degli stati di Colorado e Washington. In Italia invece dal PD è arrivata una risposta tragica. Il senatore Luigi Manconi ha meritoriamente presentato un disegno di legge per ripensare radicalmente la legislazione del nostro paese sulle droghe, ma il neo segretario Renzi l’ha subito bocciato. Rispetto alla solita, a volte perfino, eccessiva franchezza il leader democratico si è perfino rifugiato in un clamoroso non sequitur, accusando di schizofrenia chi vuole porre fine al probizionismo solo perché è attualmente in  vigore una legge così repressiva come la Fini-Giovanardi. L’intervento sulla cannabis è l’ennesima posizione deludente di Renzi sui temi che in Italia vengono definiti etici. Rispetto alle già molto timide proposte di Bersani sulle unioni civili non si vedono passi in avanti, e sulle droghe leggere si registra ancora una volta l’antica paralisi binettiana  nell’affrontare i temi relativi ai diritti civili. Per non parlare di fine vita, o di qualsiasi altro argomento che possa aumentare le nostre libertà individuali. Ennesima riprova come, anche al netto della rottamazione, le radici cattocomuniste del PD soffochino la benefica vena libertaria della sinistra presente in molti paesi, industrializzati ed emergenti, e drammaticamente assente in Italia.

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