Tasi: come cambiano le aliquote sulla prima casa

07/01/2014 di Alberto Sofia

Nuova revisione sulla tassazione sulla casa, poco più di un mese dopo l’introduzione della Iuc (l’Imposta Unica Comunale) da parte del governo Letta.  Con un emendamento dell’esecutivo (o con un decreto legge) sarà previsto un rincaro delle aliquote della Tasi sulla prima casa (tassa sui servizi indivisibili) e della Imu-Tasi sulla seconda: per quanto riguarda l’abitazione principale si potrà arrivare fino al 3 per mille (anche , se il Corriere della Sera ricorda come, nel dibattito tra Comuni e governo, si è parlato di aumento fino a un punto, dall’attuale tetto del 2,5 per mille al 3,5 per mille, ndr), mentre il tetto massimo sulle altre case sarà dell’11-11,1 per mille. Aumenti che dovranno permettere ai Comuni di alleggerire il peso della tassa sulle famiglie con redditi più bassi e per quelle più numerose.

TASI PRIMA CASA: NUOVE MODIFICHE – Si recupereranno circa 1,4 miliardi, in modo da portare le detrazioni fino a una media di 150 euro ad abitazione. Come si spiega su Repubblica, però, secondo la Uil servizio politiche territoriali, rispetto alle aliquote fissate con la legge di stabilità l’aumento comporterà un rincaro di 40 euro circa a contribuente. Al contrario, le detrazioni resteranno volontarie e inferiori a quelle della passata Imu targata 2012 (200 euro di base, più 50 euro per ogni figlio).  L’Anci (l’associazione dei Comuni) punta ancora a ottenere un aumento dell’aliquota sulla prima casa dell’1% in più. È stato il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ad annunciare come i Comuni potranno alzare le aliquotegli aumenti e spiegare come il gettito previsto sarà destinato «in modo prioritario» all’aumento delle detrazioni «per le fasce più deboli». Nella giornata di oggi l’esecutivo Letta farà il punto sulla tassa per la casa all’interno della maggioranza, con i Comuni che da tempo chiedono maggiori risorse dalla tassazione immobiliare, con riferimento principale alla Tasi (la parte della Iuc sui cosiddetti “servizi indivisibili”, come illuminazione e manutenzione delle strade, ndr). Questo perché, secondo le stime dell’associazione dei Comuni, questi riceveranno un gettito inferiore tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro rispetto a quanto prima incassato con l’Imu 2012.

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Photocredit: Il Sole 24 Ore

Non è da escludere che i Comuni, considerate le ristrettezze, decidano di sfruttare al massimo la possibilità di aumentare l’aliquota della Tasi: tanto che, con detrazioni minori rispetto alla vecchia Imu , molte famiglie si potranno ritrovare a pagare come prima e forse anche di più. A decidere saranno quindi i Comuni stessi, considerato come sarà facoltativo il rincaro delle aliquote. Non sono mancate le polemiche anche all’interno della maggioranza, come spiega il Corriere della Sera:

«Per Scelta Civica è addirittura l’unica condizione accettabile per tornare a discutere delle tasse sulla casa. «Dire che si aumentano le aliquote Tasi per consentire ai Comuni di destinare prioritariamente le maggiori risorse alle detrazioni è una presa in giro: come minimo la destinazione dovrebbe essere resa obbligatoria, altrimenti siamo all’ennesimo via libera ad un aumento delle tasse» dice il responsabile fiscale del partito, Enrico Zanetti. Secondo il quale c’è anche un problema di metodo: «Sulla casa è stato fatto un lavoro pessimo, nonostante nel 2013 ci fosse tutto il tempo per lavorarci bene. Se è necessario riaprire il cantiere per garantire maggior equità ai cittadini noi ci siamo, non però con emendamenti affrettati a decreti che trattano anche altre materie».

Non mancano i malumori nemmeno nel centro-destra, mentre le organizzazioni di rappresentanza di settore (dalla Fiaip a Confedilizia) hanno già annunciato protesta: secondo loro, di aumento in aumento, il gettito Imu-Tasi 2014 supererà i 28 miliardi, rispetto ai 20 miliardi dell’Imu 2013 e i 9,2 miliardi dell’Ici 2011. Sulla questione si discute ormai da tempo e e per oggi la soluzione potrebbe essere quella di un decreto ad hoc, oppure di un emendamento al decreto Imu-Bankitalia.

Phocredit: Corriere della Sera
Phocredit: Corriere della Sera

Resta anche il nodo del versamento: la legge di stabilità prevede già la possibilità per i Comuni di fissare due rate semestrali o un pagamento unico il 16 giugno. Così, spiega il Sole 24 Ore, il governo discuterà anche «del rinvio del pagamento della prima rata della Tasi, per ora prevista al 16 gennaio e in concomitanza del versamento il 24 gennaio per la mini-Imu: Baretta si era mostrato «favorevole al rinvio», ma non ci sono state ancora decisioni definitive. «Baretta sembra invece escludere un rimborso della mini-Imu sulla prima casa a carico delle casse dello Stato. Se i Comuni che hanno innalzato l’aliquota base non vorranno gravare sui cittadini, dovranno rinunciare ad incassare la tassa», conclude il quotidiano economico.

credits immagine pixabay CC0 Creative Commons

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