«L’omosessualità si può curare»

Fare outing per dichiarare la propria omosessualita’ provoca sempre fragore nello sport. L’altra faccia della medaglia e’ quella dell’omofobia di tanti sportivi, e non e’ infrequente dire di essere contro i gay, o addirittura di “odiarli”, come sette anni fa fece l’ex stella della Nba di basket Tim Hardaway. Le frasi di Evander Holyfield nel corso del programma tv ‘Celebrity Big Brother’ sono l’ultimo episodio, e provocano una nuova bufera. “Se tu nasci con un difetto a una gamba, vai dal medico e ti curi. E qui e’ la stessa cosa”, le parole dell’ex campione del mondo dei massimi a proposito dell’omosessualita’, con tanto di citazione della Bibbia. Holyfield e’ stato ‘strigliato’ dai produttori e costretto a scusarsi per non essere sbattuto fuori dal reality.


EVANDER HOLYFIELD E L’OMOSESSUALITA’ DA CURARE
– Quello dell’ex pugile non e’ il primo caso e nemmeno il piu’ clamoroso. La scorsa estate fece molto piu’ rumore le dichiarazioni di Yelena Isinbayeva, ‘zarina’ dell’asta e simbolo dei Mondiali di atletica di Mosca. “Io sono a favore delle regole sui gay. Noi russi siamo normali, i ragazzi con le donne e le ragazze con gli uomini. Rispettate le nostre leggi”, disse schierandosi a favore del pugno duro voluto da Putin. Salvo fare retromarcia il giorno dopo (“sono contro qualsiasi discriminazione verso gli omosessuali che si basi sulla loro sessualita'”) dando la colpa di tutto al suo non perfetto inglese, spiegando di essere stata fraintesa. I Mondiali russi accesero i riflettori sul problema gay. A guidare la protesta l’ottocentista americano Nick Symmonds, che aveva lanciato la campagna in un blog e dedicato il proprio argento a tutti gli amici gay. Poi sono arrivate le unghie arcobaleno: prima la svedese Green-Tregaro, e poi una sua compagna di squadra, la sprinter Moa Hjelmer (200 metri). E la storia, polemiche comprese, si è ripetuta con Sochi, dove a rappresentare gli Usa sara’ un’icona gay come l’ex stella del tennis Billie Jean King.

LE FRASI DI GULLIVER – Tra le frasi omofobe anche quelle della stella del football americano Chris Gulliver (San Francisco 49ers) che infiammo’ il Super Bowl 2013 affermano : ”Non credo ci sia spazio per i gay nello spogliatoio… No, non abbiamo omosessuali nella nostra squadra. E se ci sono li dovremmo cacciare…”. E pochi giorni fa un ex Nfl come Chris Kluwe ha denunciato di essere stato licenziato dalla sua squadra, il Minnesota Vikins (che ha negato), per essersi pubblicamente dichiarato a favore dei matrimoni fra omosessuali. Nel calcio parole ‘contro’ anche da Antonio Cassano, che nel 2012 a Cracovia disse “Gay in nazionale? Sono problemi loro. Ma spero di no…”. E non passo’ inosservata la volgarita’ del termine (“froci”) usato da Fantantonio. Il primo calciatore ad ammettere la propria omosessualita’ fu Justin Soni Fashanu, che si suicido’ nel 1998 in seguito alle accuse di stupro da parte di un ragazzo. Ma nello sport gli ‘outing’ ormai si susseguono: il tuffatore Louganis e la tennista Navratilova furono gli apripista, gli ultimi il nazionale Usa di calcio Robbie Rogers, ritiratosi a soli 25 anni, nel basket Jason Collins. (ANSA)

Share this article