“Gli uomini dovrebbero avere delle schiave del sesso: prendiamo le russe in Cecenia”

Lo afferma una politica del Kuwait. Sì, una donna.

E’ vero che gli stati a prevalente cultura islamica devono fare parecchi passi avanti nel campo dei diritti accordati alle donne. Ma allo stesso modo è vero che le prime a dover prendere coscienza della loro uguaglianza sono proprio le donne: e se si pensasse che questa è solo una teoria, tornerebbe di certo utile la storia che ci apprestiamo a raccontare e che il Daily Mail recupera dalle cronache del Kuwait. Una donna, già in corsa come parlamentare nel consesso legislativo di Kuwait City, ha affermato che gli uomini dovrebbero avere delle schiave sessuali, e che le prigioniere di ogni tipo detenute nelle carceri (di paesi stranieri, perdipiù), con l’unica limitazione della religione mussulmana, andrebbero più che bene per assolvere alla bisogna.

SCHIAVE DEL SESSO – Tutto vero, e scioccante non poco.

Salwa al Mutairi ha affermato che comprare una schiava del sesso sarebbe di protezione per gli uomini virili, devoti e giusti del Kuwait, che sarebbero così scoraggiati dall’adulterio perchè comprare una compagna di sesso straniera sarebbe un rinforzo per il matrimonio. E ha addirittura avuto un’idea rispetto al dove comprare queste schiave del sesso – scorrendo fra le prigioniere di guerra negli altri paesi.

Ci ha anche messo il carico, Salwa, sostenendo che per le donne oggetto di un tale traffico sarebbe in fondo molto meglio passare la vita da concubine nelle ricche case del Kuwait che passare i loro giorni a morire di fame in paesi non sviluppati e che non potrebbero dargli le opportunità del piccolo emirato del golfo.

TUTTO A POSTO – L’opportunità, appunto, di diventare schiave del sesso.

“Non è vergognoso e non è proibito dalla Shari’a”, la legge islamica. (…) Mutairi ha inoltre raccomandato che gli uffici aprano i battenti al traffico del sesso proprio come le agenzie reclutano il personale domestico.

Prostituzione domestica e legale, tratta delle donne legalizzata, sfruttamento permesso dalle leggi: lo si chiami come si vuole; il fatto che la proposta arrivi da una donna è un buon termometro della situazione in Kuwait. Anche se, c’è da dirlo, il personaggio in questione ha più volte dato prova di essere controverso, e queste ultime dichiarazioni lo confermano senza dubbio. Ad esempio, perché non si potrebbe fare un bel viaggetto in Cecenia, dove la guerra ha di certo “causato delle prigioniere russe”? Compriamole e diamole, legalmente, agli uomini del Kuwait, così da scoraggiare l’adulterio illegale promuovendo quello legale.

CRITICHE E GIUSTIFICAZIONI – Un sussulto di reazione però arriva. Alcune tweeter, utenti femminili di Twitter, già rispondono alla proposta di Salwa (“non ci vedo niente di male”, ripete la politica) respingendo l’idea al mittente in maniera sprezzante. ”

Chissà come si sarebbe sentita durante l’occupazione da parte delle forze irachene, se fosse stata venduta come un bottino di guerra, ciò che lei auspica per le donne cecene” (…) “Sei una disgrazia per le donne di tutto il mondo” (…) Per Muna Khan, responsabile ad Al Arabiya con base in Arabia Saudita, “la parte più buona della torta” nelle proposte di Mutairi è “la visuale pretestuosa, l’asserzione che le sue suggestioni non siano in contrasto con le leggi dell’Islam”.

Secondo Mutairi, però, tutto rientrerebbe nel generale obbligo fatto ad un islamico di “conquistare” i paesi non islamici: la Jihad.

Share this article