La lettera di Lucia Annibali sul Corriere della Sera

Lucia Annibali, la donna sfregiata con l’acido nominata ieri Cavaliere della Repubblica da Giorgio Napolitano, ha scritto una lettera aperta al Corriere della Sera per parlare della sua vicenda:

Per favore non dite «poveretta». Sforzatevi di pensarmi come Lucia e basta, non solo e sempre come Lucia la sfigurata, appunto. È vero, è impossibile guardarmi in faccia e non vedere quello che mi hanno fatto. Fingere che il problema non esista sarebbe comunque sbagliato. Ma a questo punto non è più a me stessa che devo dare voce. Quello che faccio lo faccio perché mi fa stare bene, è vero. Ma soprattutto per le donne che non hanno mai avuto l’onore della parola, che non hanno avuto la fortuna di smontare il meccanismo della violenza e capirlo. Se potrò essere un esempio, se potrò aiutare anche soltanto una di loro a venirne fuori ne sarà valsa la pena. Oggi (ieri, ndr) ho parlato a una platea di ragazzini per la prima volta nella mia vita. La loro attenzione mi ha commosso, sentivo i loro pensieri girare attorno a me, capivo che dentro ciascuno di loro c’era una speranza per il futuro. Spero che nessuno di quei ragazzi diventi mai il problema di una donna, che nessuno scelga di non avere rispetto. E spero che ognuna di quelle ragazze voglia per sempre essere se stessa, libera. Gli strumenti per essere persone migliori di quelle che ogni giorno ci raccontano le cronache sono dentro di noi. Basta soltanto usarli.

Due foto di Lucia Annibali:

lucia annibali sfregiata acido 2

lucia annibali sfregiata acido

La chiusura della lettera:

Credo che l’amore voglia sempre altro amore. Che l’amore violento sia un controsenso, che amore non possa mai essere sinonimo di dolore. Che non sia giustificabile nemmeno uno schiaffetto. E che la giustificazione di ogni sopruso porti altri soprusi. L’amore non può essere fatto di ceffoni, divieti o gelosia folle. L’amore può essere soltanto buono, può vivere soltanto nell’autonomia, nella libertà di essere pienamente se stessi. Non è che io abbia chissà cosa da insegnare. Sono semplicemente Lucia. Ma una cosa l’ho imparata e l’ho detta a tutti quei ragazzi, oggi: fate in modo che il vostro comportamento dica che siete brave persone perché il modo in cui ci comportiamo rivela chi siamo e le brave persone sanno sempre avere rispetto dell’altro, uomo o donna che sia. Spero con tutto il cuore che facciano questa scelta. Per la loro felicità ma anche per me e per chi come me ha sofferto e pagato. Perché nessuno presenti lo stesso conto ad altre Lucie.

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