Le Iene scoprono lo spaccio illegale di cibo per i poveri

Anche gli aiuti per le persone povere possono diventare un piccolo business illegale. Lo dimostra il servizio che Giulio Golia ha firmato per Le Iene e mandato in onda nella puntata di ieri. L’inviato ha raggiunto un capannone situato nei pressi di Napoli dove è possibile comprare a buon mercato prodotti alimentari che in realtà non possono essere venduti.

 

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ALIMENTI DALLA UE – Ogni anno l’Ue fornisce a grandi associazioni caritatevoli come la Caritas, il Banco Alimentare o la Croce Rossa Italiana, alimenti a lunga conservazione non commerciabili e destinati esclusivamente a chi ne ha bisogno, da distribuire nelle strutture per poveri, nelle case famiglia o nei centri accoglienza. Da quanto segnalato alle Iene allo spaccio individuato vicino al capoluogo campano è possibile però acquistare per pochi euro una busta piena di quei prodotti.

 

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PORTABAGAGLI PIENI DI AIUTI PER I POVERI – Quando le telecamere rigorosamente nascoste di Italiauno raggiungono il capannone scoprono all’interno della struttura una grande quantità di viveri con marchio Ue, ma anche clienti che caricano la merce nei portabagagli delle auto parcheggiate all’esterno e un ragazzo seduto ad un banco che conta i soldi dell’incasso.

 

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6 EURO A BUSTA – Le talpe delle Iene, dunque, fingono di essere comuni clienti. Qualche addetto allo spaccio dei prodotti alimentari comincia a fare domande. «Quanti pacchi dovete prendere?». «È la prima volta che venite?». Poi inizia la spesa. Si riempiono i cartoni di prodotti. Scatole di lenticchie e piselli ad esempio. Ma anche olio, formaggio, pasta, pane. Un affare di famiglia, a quanto pare. Uno dei responsabili del commercio illegale di prodotti destinati ai poveri prova a fornire al cliente un suo contatto telefonico: «Adesso ti do un biglietto da visita con sopra il numero di telefono mio, di mio figlio e di mia moglie». Poi spiega come regolarsi per i prossimi acquisti: «Tu un paio di giorni prima mi avvisi: ‘Senti Salvatore me ne servono 15’». E, infine, incassa il denaro: «Devi moltiplicare per 6 euro. Se fossero 10 sarebbero 60 euro. Eh, sono 90 euro». Ovviamente non c’è fattura o scontrino. Da quanto emerge la distribuzione avviene più o meno una volta al mese.

 

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DALLA PASTA ALLA MARMELLATA – Le Iene spiegano che in ogni busta da 6 euro ci sono proditti che in un supermercato costerebbero almeno 50 euro: 12 pacchi di pasta, 5 confezioni di marmellata, un pacco di biscotti secchi, un pacco di fette biscottate, una scatola di biscotti per l’infanzia, 4 buste di latte, 3 pacchi di lenticchie, una confezione di fagioli, 2 di piselli, una latta d’olio, 2 pacchi di riso, un pezzo di grana, 3 barattoli di pelati e, infine, una busta di pomodori.

 

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ASSOCIAZIONE SOSPESA – Quando arriva Golia per parlare con i responsabili dell’attività uno dei gestori dello spaccio prova a difendersi parlando della sua associazione. «Qua vengono i miei soci. I soci contribuiscono all’associazione con la quota associativa. Non pagano 6 euro a busta. Danno 6 euro all’associazione. Pagano la quota associativa di 6 euro al mese». Golia a quel punto fa notare che si tratta di prodotti non commerciabili e che un’associazione non può trasformarsi in supermercato, lucrare e impedire che gli alimenti vadano a chi non arriva a fine mese. «È illegale», dice al ragazzo incontrato alla vendita. Il giovane ammette: «Sì». Le Iene, dunque, prendono auto e telecamera e riconsegnano quanto acquistato nello spaccio a Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare. Golia chiede: «Come è possibile che un’associazione convenzionata con voi vendesse questi prodotti che non possono essere venduti ma donati alle persone bisognose?». «Era inadempiente, svolgeva male il proprio compito, se ne approfittava di chi aveva bisogno. Li abbiamo sospesi».

 

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(Credit immagini: Le Iene / Italiauno / Mediaset)

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