I video dei neonazisti che torturano i gay

14/11/2013 di Andrea Mollica

L’estremismo di destra che arriva dalla Russia è sempre più inquietante. Un gruppo di neonazisti, Occupy Pedofili, raccolto ad un leader molto popolare sul Facebook russo pubblica video di torture effettuate contro i gay caduti nelle loro mani. Umiliazioni e violenze ripetute, che sono state tollerate dalle autorità che si sono mosse solo ora con grande ritardo.

Screenshots Neonazis Russland / Erniedrigungsvideos

MACETE CONTRO I GAY – Maxim Martsinkevich è il suo nome, ma tutti i camerati che lo seguono lo chiamano Tesak, ovvero macete. Tesak ha 190 mila fan sulla sua pagina VK.com, il clone di Facebook usato dai ragazzi russi. Il leader neonazista porta capelli cortissimi e posa con occhiali da sole, e gioca spesso con la parola Occupy, resa celebre dagli attivisti anti capitalisti. Le simpatie sinistrorse però non c’entrano nulla con Maxim Martsinkevich, che è un neonazista violento ed efferato. Noto militante skinhead, Tasek pubblica da mesi video nei quali si vedono violenze e torture effettuate contro giovani ragazzi colpevoli, per i neonazisti, di esser gay. Der Spiegel ha visionato questi filmati, e racconta i contenuti molto violenti. Ogni video inizia con un saluto di Tasek ai suoi camerati, definiti piccoli amici dell’estremismo. Con l’aiuto di alcuni skin Maxim Martsinkevich porta gli omosessuali in appartamenti dove poi li tortura. I gay si devono inginocchiare a lui, così che Tasek li possa rasare, e pitturare sopra la loro testa i colori che compongono la bandiera dell’arcobaleno, simbolo della comunità Lgbt.

TORTURE IN VIDEO – In alcuni filmati i gay sono costretti a simulare un rapporto orale con degli enormi giochi sessuali, a volte vengono ricoperti di un liquido che appare urina. In un video due gay sono costretti a ballare insieme mezzi nudi, ed uno di loro piange.  Queste però sono solo le umiliazioni, perché Macete non si ferma qui. Il neonazista russo picchia ripetutamente le sue vittime, e quando scatta la violenza le immagini del video diventano improvvisamente sfumate. In cirillico appare la scritta «No alla violenza», mentre in sottofondo si sentono le grida di sofferenza degli omosessuali costretti a subire le botte neonaziste. Le umiliazioni non finiscono però nel video, perché i gay finiti nelle mani del neonazista Tasek subiscono anche una sorta di furto di identità. La loro carta di identità viene copiata e diffusa in rete, con un’enorme scritta «Homo» a coprire gli altri dati anagrafici. La rete diventa così un’ulteriore occasione per mettere alla sbarra i gay, in un paese sempre più omofobo come la Russia.

FUGA DALLA RUSSIA – Le autorità di Mosca non hanno contrastato per lungo tempo i video di Maxim Martsinkevich, ma negli ultimi giorni Tasek è stato costretto a lasciare il paese per evitare un possibile arresto. I pubblici ministeri devono ancora incriminare Martsinkevich, ma la tv russa ha mostrato la perquisizione della dimora dei suoi genitori la settimana scorsa. La fidanzata ha inoltre scritto su un social network di una seconda perquisizione nella casa doveve vive. In precedenza, Martsinkevich è stato condannato per incitamento all’odio etnico. Nel 2009 gli sono stati comminati tre anni e mezzo di prigione per una finta esecuzione di un trafficante di droga tagiko davanti alla macchina da presa e il collocamento del video su Internet. In base alle dichiarazioni di Aleksey Navalny, leader dell’opposizione extraparlamentare russa che non rinnega il suo imprinting nazionalista, questo Martsinkevich non è un “nazionalista” ma un “semplice teppista”. Ricorrenti nel web le foto di Martsinkevich mentre mostra i muscoli, sullo sfondo di una bandiera nazista.

OCCUPY PEDOFILI – Il gruppo che fa capo a Maxim Martsinkevich e che è diventato molto popolare sul Facebook russo si chiama Occupy Pedofili. L’omosessualità viene associata alla pedofilia, come da classico e disgustoso pregiudizio anti gay. Der Spiegel rimarca come l’omosessualità in Russia sia ancora considerata una malattia dalla maggior parte delle persone. Il presidente Eltsin la depenalizzò dopo la caduta del comunismo, ma i pregiudizi nei confronti delle persone gay sono ancora molto diffusi. La legge contro la propaganda omosessuale è stata per lo più un gesto simbolico, visto che finora non è stata praticamente utilizzata, ma ha ulteriormente messo alla gogna i gay in Russia. Un sentimento sfruttato dai neonazisti come Maxim Martsinkevich, che in passato è stato leader della banda skinhead Format 18. 18 è il numero che rappresenta le iniziali di Adolf Hitler, AH. Questo gruppo si è distinto per i pestaggi contro i senzatetto e gli stranieri dell’Asia Centrale, filmati e poi diffusi in rete. Tra questi video c’era anche la finta esecuzione di un tagiko, che era stato realizzato come se si fosse trattato di un vero omicidio.

(Photocredit: Der Spiegel

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