I siti oscurati per la truffa online dei marchi contraffatti

Sedici siti internet che vendevano on line più di 400mila capi firmati e contraffatti di abbigliamento, oltre che accessori di noti marchi nazionali ed esteri, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza, su disposizione della Procura di Bergamo.

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I 16 SITI SEQUESTRATI – I nomi riconducibili ai domini dei siti posti sotto sequestro sono «Italomoda», «Peutereysito-ufficiale», «Andtrendy», «Ccbusi», «Chicaideal», «Ebuypeuterey», «Fashionremix», «Fashionstardome», «55licks», «Okoktrade», «Outletpeutereyonlines», «Peutereyprezzi» , «Runwayrocket», «Shoesclothingonline», «Singulartrend» e «Spyderclassicjackets», adesso non più accessibili. Gli indirizzi I.P. dei siti erano stati collocati dai gestori all’estero, nel tentativo di rendere più complicate le indagini e l’attività di intelligence. I server che ospitavano le inserzioni di vendita dei prodotti si trovavano in Paesi come Lussemburgo, Spagna, Australia, Israele, Stati Uniti, Turchia. Ma anche Hong Kong, Panama, Cina e India. Diverse le migliaia di pagine attraverso le quali venivano distribuiti gli articoli e i capi falsi venduti, con migliaia di visite giornaliere da altrettanti utenti. I marchi contraffatti, sia nazionali che internazionali, erano di rilievo. Oltre 150 i brand falsificati: da Ferrari ad Armani, passando per Moncler, Aeronautica Militare, Peuterey, Louis Vuitton, D. & G. Ma anche Prada, Gucci, Fossil, Fendi, Adidas, Bulgari, Cartier, Diesel, Rayban, Versace, Hogan, Rolex, Cavalli, Nike, Oakley, Kappa, Givenchy, Boss, Carrera, Longines, Miu Miu.

LE INDAGINI  – Attraverso diverse perizie le Fiamme Gialle hanno verificato che i prodotti venduti non fossero autentici, anche grazie al contributo degli stessi titolari dei marchi e delle società che li tutelano sul territorio nazionale, così come attraverso i consulenti in possesso delle necessarie competenze tecniche. Gli articoli venduti erano di qualità tale da trarre in inganno i potenziali acquirenti. Non solo: erano anche commercializzati a prezzi non troppo inferiori rispetti a quelli di mercato. Migliaia sarebbero quindi gli utenti truffati. I siti risultano adesso non accessibili, dopo che il decreto di sequestro è stato notificato ad oltre 150 Internet Service Providers. L’indagine è ancora in corso, con la Procura di Bergamo che sta cercando di scovare eventuali responsabilità di soggetti esteri.

I PRECEDENTI – In rete è possibile trovare un osservatorio aggiornato sui siti censurati in Italia. L’elenco comprende anche quelli verso cui sono stati disposti provvedimenti di sequestro dall’autorità giudiziaria, in seguito a determinate violazioni, comprese quelle sul diritto d’autore e la vendita di marchi contraffatti. Prima della decisione di oggi, lo scorso 8 ottobre a Verona la guardia di Finanza aveva invece sequestrato le sedi operative di un’organizzazione che gestiva, attraverso portali tematici, la diffusione di film, compresi quelli in prima visione assoluta, in violazione della normativa sul diritto d’autore. I due siti oscurati, attivi sul web da circa un anno, erano riusciti a raccogliere più di 240 milioni di visite, sfruttando anche i social network come canale pubblicitario. Era stato calcolato un danno per mancati incassi per il settore di circa trecento milioni di euro.

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