La vera madre di Maria, la bimba «rapita dagli zingari»

Ieri avevamo dato notizia del ritrovamento della madre di Maria, la bimba rom che secondo la polizia greca era stata “rapita”. La storia si era sgonfiata proprio ieri, ma oggi Francesco Battistini sul Corriere della Sera racconta anche la storia della madre:

Sono falsi i certificati e i genitori zingari, Christos ed Eleftheria Salis, smascherati con una retata e col Dna. Di Maria è incerta l’età dichiarata, 4 anni quando la dentatura dice sei. E poi quanti pregiudizi su quella foto estranea, inquietante d’una sottile biondina con gli occhi azzurri seduta in mezzo ai due Salis, corpulenti e scuri. Il mondo perbene rimetta a dormire gl’incubi, fate la nanna bimbi belli ché lo zingaro non viene più a rubarvi: Maria se la sono passata «fra loro». Non è l’americanina Lisa Irwin, come sospettava l’Fbi, sparita due anni fa a Kansas City. E non c’entra coi biondini che l’uomo nero porta via dall’Irlanda. Nemmeno c’è bisogno di mandare l’Interpol in Francia, in Svezia, in Polonia…

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E quindi:

Dopo dieci giorni di ricerche, ottomila telefonate dall’estero, indagini diramate in 190 Paesi, la verità fin troppo cruda su Maria l’ha raccontata un testimone e rivelata un giornalista: sarebbe la figlia di due tizzoni scuri che non le somigliano affatto, neppure loro, bionda perché albina, bianca come il latte e come cinque suoi fratellini credibilmente uguali, tutti con gli stessi problemi agli occhi, scovati ieri in una squallida baracca bulgara di Nikolaevo. La madre che sostiene d’essersene liberata si chiama Sasha, ha 38 anni e una decina di figli. È pronta a dare il Dna: quand’era in Grecia, gennaio 2009, dice d’aver partorito la biondina nell’ospedale di Lamia qui vicino per venderla (lei dice «regalarla») a 250 euro. La litania è scontata, sua e del suo uomo Atanas Rusev: «Non avevamo soldi, non avevamo documenti, avevamo fame… L’abbiamo vista in tv, abbiamo pianto, vorremmo riprendercela ma abbiamo altri figli…».

MARIA, LA MADRE BULGARA E IL TEST DEL DNA – La vicenda era partita quando, il 16 ottobre scorso a Farsala – in Tessaglia sud orientale, nella Grecia centrale – in seguito a una serie di controlli della polizia greca, era stata trovata una bimba bionda di sei anni all’interno di un campo nomadi. L’aspetto della bambina e le sue caratteristiche fisiche avevano fatto sospettare le autorità elleniche, che avevano disposto il test del Dna. Dal risultato era emerso come la piccola non fosse figlia della coppia che la accudiva, accusata di aver “rubato” la ragazzina. Fino all’arresto della famiglia rom  greca (Christos Sally e Elefteria Dimopoulou) con la quale la ragazzina viveva, per “rapimento”. La svolta è arrivata con l’ammissione della 35enne bulgara Sasha Ruseva: è stato uno dei dieci figli della donna – due sono albini, ndr – a spiegare come questa avesse riconosciuto la ragazzina dalle immagini in tv, mentre la donna ha spiegato di averla «regalata» perché non poteva mantenerla. E la leggenda dei “rom e nomadi che rubano i bambini”? Soltanto una calunnia che si ripete da anni. Come sembra confermare anche il caso di Maria.


Videocredit: Daily Mail

«PRONTA A RIPRENDERLA CON ME » – Come riporta anche il Guardian, la donna bulgara che potrebbe essere la vera madre di Maria ha spiegato di aver avuto la bambina mentre lavorava in Grecia nel gennaio del 2009. «Non potevo permettermi di portarla a casa e mantenerla». ha spiegato Ruseva, che avrebbe così lasciato la bambina alla famiglia rom che ha accettato di crescerla. Come aveva svelato il sito greco Zougla, Maria è nata il 31 gennaio 2009 nella città di Lamia, in Grecia. Secondo i documenti ottenuti da Zougla, la possibile vera madre vive con il marito a Nikolaevo, in Bulgaria. Al momento della nascita di Maria aveva dichiarato di essere nubile. Come spiega anche il Daily Mail, la coppia aveva registrato la nascita di un bambino quattro anni fa in un ospedale greco. Secondo la stampa locale, la coppia avrebbe ceduto la bambina tornare nel proprio Paese d’origine. Per questo, avendo ottenuto probabilmente 500 leve bulgare – circa 250 euro – la coppia è stata arrestata. Portata in commissariato per essere interrogata, la donna bulgara ha spiegato di essere «pronta a riprendere la bambina con sé», se i test del Dna confermeranno che è lei la vera madre di Maria. Tutto mentre, come spiega il quotidiano britannico, una Procura nella capitale bulgara, Sofia, ha spiegato di aver aperto un’indagine formale, dopo le dichiarazioni della bulgara Ruseva. Così la prima versione data dalla coppia che si prendeva cura di Maria nel campo rom a Farsala – «La ragazzina ci è stata affidata da un’altra donna rom che non era in grado di mantenerla», sembra rivelarsi credibile, in attesa del test del Dna.


Videocredit: Daily Mail

 

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