I nani dell’Ecuador sono immuni al cancro?

Uno studioso ritiene che la particolare mutazione di questa popolazione indigena possa favorire praticamente la vita eterna: “Niente tumori e diabeti, e longevità “

Il popolo che non conosce malattie vive nelle zone rurali dell’Ecuador. E sono tutti nani, affetti da un nanismo particolare e molto raro che nelle zone imperversa e che, secondo i ricercatori, favorirebbe l’immunità da molte sindromi così comuni alla specie umana ed alcune molto diffuse nell’occidente modernizzato, come i tumori e il diabete; e, dicono gli studi, sono anche molto più longevi.

PER CASO – La storia è di quelle da raccontare. Lo studioso che ora elabora questa teoria conosce il popolo dei nani ecuadoregni per puro caso.

Gli abitanti dei villaggi sono piccoli, in genere molto bassi, e molti di essi hanno una rara sindrome nota come la sindrome di Laron o il nanismo di Laron. Sono probabilmente i discendenti dei conversos, ebrei sefarditi dalla Spagna e dal Portogallo costretti a convertirsi alla cristianità nel 1490 ma comunque perseguitati dall’Inquisizione. Sono praticamente immuni a due fattori di rischio che arrivano con l’età, il cancro e il diabete. Un gruppo di 99 indigeni con la sindrome di Laron è stato studiato per oltre 24 anni dal dottor Jaime Guevara-Aguirre, un medico ecuadoregno specialista in diabeti. Li ha scoperti mentre viaggiava a dorso di cavallo su una montagna senza strade. Molti di questi villaggi sono abitati dagli indiani, ma loro sono Europei, con cognomi spagnoli tipici dei conversos.

Quando il dottore si azzarda a formulare una teoria che collega la loro condizione di vita alla loro straordinaria resistenza alle malattie, incontra le resistenze della comunità scientifica.

PROVE – Ma anni di studi forniscono tutte le prove necessarie a suffragare la tesi.

Quando il Dr Guevara-Aguirre iniziò ad accumulare dati sulla salute dei suoi pazienti, notò qualcosa di interessante: anche se il cancro era frequente nelle persone che non avevano la mutazione di Laron, chi la aveva ne era praticamente immune. E non sviluppa mai il diabete, anche se molti di essi sono obesi, il che molto spesso comporta tale condizione. Ho scoperto la popolazione nel 1987, ha detto il dottor Guevara-Aguirre in un intervista dall’Ecuador. “Nel 1994, ho notato che questi pazienti non avevano cancro, rispetto ai loro parenti. La gente mi diceva che c’erano troppi pochi soggetti per formulare ipotesi. La gente mi diceva, “devi aspettare almeno 10 anni”. Li ho aspettati. Nessuno mi credeva fino a che non ho incontrato Valter Longo nel 2005.

Dieci anni di dure ricerche, che diventano quasi venti al giorno d’oggi,

LA SPIEGAZIONE – Il dottor Guevara, insieme al dottor Longo, iniziano ad esserne sicuri: in Ecuador c’è un segreto da scoprire.

I pazienti con la Laron hanno una mutazione genetica che funge da recettore per gli ormoni della crescita. Il ricettore è una proteina contenuta nella membrana cellulare. La sua regione esterna è riconosciuta dagli ormoni della crescita che circolano nel corpo; la regione interna manda segnali attraverso la cellula quando gli ormoni della crescita attivano il recettore. Nei pazienti con la Laron questo significa che i loro ricettori di ormoni della crescita mancano delle ultime otto unità della regione esterna, così che non può reagire all’ormone della crescita. Nei bambini normali, l’ormone attiva altri processi chimici che garantiscono la crescita. Se si somministrano al paziente Laron dosi del fattore di crescita insulinico IGF-1, può crescere prima della pubertà ad altezze praticamente normali. E proprio qui la fisiologia del paziente Laron si collega agli studi sulla longevità che i ricercatori stanno promuovendo sugli animali da laboratorio.

La mancanza del fattore insulinico di crescita, spiega il New York Times, comporta una vita molto più lunga. Peccato che gli indigeni se la rovinino da soli.

Data la loro scioccante libertà da cancro e diabete, probabilmente potrebbero vivere ben più a lungo se non avessero un tasso di mortalità ben più alto del normale a causa dell’alcolismo e degli incidenti.

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