Palamara dice che non aveva intenzione di offendere Salvini

01/06/2020 di Redazione

L’intervista esclusiva di Massimo Giletti a Luca Palamara, il consigliere del Csm fulcro dell’affaire sulla magistratura italiana, sulle sue nomine e i suoi sistemi di equilibrio interno, è stata l’occasione per chiarire una serie di cose che, negli ultimi giorni, erano tornate di nuovo di attualità, con la pubblicazione di alcune intercettazioni in cui emerge ancora di più il sistema di funzionamento della magistratura italiana. Tra queste intercettazioni ha fatto molto clamore quella relativa a Matteo Salvini, in merito alle sue vicende giudiziarie per il sequestro di persona dei migranti. In un messaggio Luca Palamara scriveva «sui migranti ha ragione, ma Salvini va attaccato».

LEGGI ANCHE > Travaglio e l’intercettazione: «La pm diceva di chiamare me? Come le mamme che minacciano i bimbi di chiamare l’orco»

Luca Palamara parla del messaggio ‘Salvini va attaccato’

A Non è l’Arena, invece, Luca Palamara ha fatto marcia indietro su quel messaggio. «Non volevo offendere Salvini – ha detto Palamara -, era solo un pensiero sintetizzato in maniera frettolosa». Inoltre, ha specificato: «Ora riconosco che era sbagliato, non rispecchiava il mio pensiero – ha riconosciuto Palamara -. Anche quelle su Salvini, l’espressione sintetizzava in maniera frettolosa un ragionamento. Quando l’intercettazione viene fuori è decontestualizzata. Nella comunicazione stringata si tende a strozzare i concetti. In effetti l’immigrazione è un tema sensibile all’interno della magistratura, c’è un attento dibattito politico. Il senso della frase era che i magistrati andavano tutelati comunque, la magistratura faceva quadrato intorno a se stessa, non c’era l’intento di offendere Salvini».

La frase, dunque, è stata inserita all’interno del suo contesto originario. Va sottolineato, in ogni caso, come non si possa parlare propriamente di un attacco dell’intera magistratura a Matteo Salvini, dal momento che le parole sull’attacco che avrebbe dovuto subire sono arrivate soltanto dallo stesso Palamara. Nel corso dell’intervista a Giletti, successivamente, Palamara è tornato a parlare anche di altre questioni, come le correnti della magistratura – che non sono state inventate da lui, ma che rappresentano un sistema consolidato anche per le nomine – e le intercettazioni a personaggi del mondo dello spettacolo, oltre che sui suoi rapporti personali con altri magistrati, tra cui Nino Di Matteo. Su di lui, Palamara smentisce categoricamente i presunti screzi e la definizione di ‘suo nemico’.

Share this article