La vita nascosta degli arabi gay

29/12/2010 di Andrea Mollica

Viaggio attraverso l’omofobia che ancora caratterizza molti paesi del Vicino e Medio Oriente

Coperta, condannata e perseguitata, l’omosessualità esiste nei Paesi arabi. I gay e le lesbiche di questi Paesi sono costretti spesso ad una doppia vita, e in poche città di questa regione possono esprimere la loro vera personalità. La legge, la religione e la morale disapprovano chi ama persone dello stesso sesso, e la società araba, basata su rapporti familiari molto più intensi di quella occidentale, si rivela un blocco per chi vorrebbe vivere serenamente la propria vita, ma è invece destinato a nascondere ciò che veramente è.

VIAGGIO NEL VICINO ORIENTE – Il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung ha realizzato un approfondito reportage sulle comunità LGBT che vivono in alcuni Paesi arabi, come Siria, Egitto o Libano. Un racconto che passa attraverso le voci di gay o lesbiche che vivono non senza problemi il loro orientamento sessuale. Zamina ha una relazione da due anni con la sua migliore amica, non lavora e aspetta con grande preoccupazione il possibile marito che la sua famiglia le vorrà imporre. Quando risiede nel quartiere musulmano di Damasco indossa il velo perché così vuole suo padre, ma appena può scappa nella zona cristiana di Bab Tuma, dove può camminare liberamente con la sua fidanzata, senza rischiare nulla per la sua incolumità.  A Bab Tuma Zamina può bere vodka, fumare, e tenere abbracciata Naima, una segreteria di 24 anni che è diventata il suo primo amore dopo essere stata per anni la migliore amica. Rapporto tenuto all’oscuro delle famiglia, anche perché Zamina rivela che il padre, se la vedesse come è realmente, potrebbe anche ucciderla. L’omosessualità non è accettata in molti Paesi del Medio Oriente, perché distruggerebbe l’immagine tradizionale delle numerose famiglie arabe, almeno secondo l’opinione di religiosi e governanti. In Egitto, Siria e Arabia Saudita chi ama persone del proprio sesso viene trattato come un malato, se non come un criminale. In Iran o Yemen è perfino prevista la pena di morte per i gay o le lesbiche.

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