Il manuale sul sesso del Seicento che è migliore di quelli di oggi

Mi fermai da Martin, il mio libraio di fiducia, e vidi questo libro in francese che pensavo di comprare per mia moglie, si chiamava “La scuola delle ragazze”, ma quando l’ho sfogliato ho visto le cose più indecenti e oscene, ero imbarazzato.

LA SCUOLA DI VENERE – Così scriveva, nel 1668, il famoso casanova Samuel Pepys – che di certo non era pudico – a proposito di un romanzo sull’educazione sessuale scritto in forma di dialogo tra una ragazzina adolescente e un suo cugino già iniziato “ai fatti della vita”. Scritto in francese, nel 1680 il libro venne poi tradotto con il titolo di La Scuola di Venere o Regole e Buone Pratiche per il Piacere Femminile. Redatto in forma anonima, il libro lasciava, fin dalla copertina, ben pochi dubbi circa i temi trattati.

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IL MISTERO DEL SESSO – Centosessantasei pagine che, spiega The Appendix, sono state completamente digitalizzate e pubblicate su Google Books e che sono dedicate a una misteriosa ““Madam S— W—” da colui che bramerebbe essere “l’oggetto dei vostri esercizi sessuali”, e per la quale innalzerebbe “un monumento di peni”. Il romanzo ha due soli personaggi: Katherine “una vergine di grande bellezza” e suo cugino di nome Frances. il dialogo comincia durante una visita di Frances alla ragazza che è completamente ingenua nelle faccende di sesso. Così il giovane racconta a Katherine che anche i suoi genitori amano viziarsi con “il mistero del sesso”, e non necessariamente tra loro, lasciando intendere che i due adulti hanno entrambi delle relazioni extraconiugali.

 

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E SPUNTA L’AMICO DI LETTO – Il dialogo prosegue addentrandosi nei dettagli dell’anatomia maschile e femminile: Frances paragona i genitali femminili a “qualcosa di molto simile a un borsellino” e quelli maschili a delle “olive spagnole” e, dopo una lunga disamina sulle posizioni si arriva al dunque: Frances consiglia alla ragazzina di conquistarsi uno “scopamico” (“Fucking friend” nel testo originale) per “rompere il ghiaccio” e fare un po’ di esperienza. Insomma: non il classico kamasutra, ma quasi un “manuale del sesso” che di certo non ci saremmo aspettati di trovare nel lontano Seicento.

(Photocredit: The Appendix)

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