Ballarò, Giordano Tredicine e i padroni delle bancarelle di Roma

Un giro d’affari milionario, controllato da poche famiglie, tra le quali emerge quella del consigliere del Pdl Giordano Tredicine, ormai diventate i padroni di Roma, tra caldarrostai, postazioni ambulanti, camion bar e banchi per la merce di abbigliamento. A svelarlo, con il servizio “Conto alla romana”, andato ieri in onda su Ballarò, è Giulio Valesini: il giornalista ha sottolineato come il turismo della Capitale sia in grado di generare profitti non irrilevanti, circa 8 miliardi l’anno. “Una miniera d’oro, per alcuni, considerato come Roma sia una della città più visitate al mondo”, si spiega.

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BALLARO’ E IL GIRO D’AFFARI DEGLI AMBULANTI –  Il segreto? “Basta avere una licenza”, si spiega. Ma non sembra così semplice ottenerle, dato che il Comune non ne rilascia più ormai da diversi anni, considerato il mercato saturo. Chi dispone dei permessi, li vende soltanto a prezzi esorbitanti: “Dammi due milioni di euro e te la do”, spiega un ambulante nel servizio. E gli scontrini? “Siamo esenti, perché è un lavoro stagionale”, spiega il lavoratore.  Ma come funziona il sistema? In pratica, per vendere come ambulanti tra le strade della Capitale c’è bisogno di una concessione, oltre a dover pagare al Comune un canone per l’occupazione del suolo pubblico. Valesini sottolinea come, nonostante l’ottimo giro d’affari, i prezzi richiesti siano “da saldi di fine stagione”. Si tratta di canoni irrisori: chi vuole vendere vicino al Colosseo deve versare circa 1115 euro all’anno, ovvero tre euro al giorno. Nel 2010 i prezzi sono aumentati del 30 per cento rispetto a quelli precedenti, dato che prima costavano anche meno.

BANCARELLE E MILIONI –  Per le bancarelle e i souvenir, inoltre, i prezzi sono ancora più bassi: “Soltanto 118 euro l’anno, meno di un euro al giorno”, si spiega. Non proprio un affare per il Comune, al contrario di quanto guadagnano i proprietari delle concessioni. In molti casi, queste vengono date poi in affitto. In questo caso, i prezzi salgono: si arriva fino a 8-9 mila euro al mese, svela un ambulante all’inviato di Ballarò, che sottolinea come ogni giorno si riesca a guadagnare intorno alle mille euro. “Ricapitolando, circa 30 mila euro di incassi mensili, contro i tre euro al giorno circa pagati al Comune”, si spiega.

IL CASO TREDICINE – Dato che è proprio il Comune ad assegnare le licenze, non pochi hanno fatto emergere sospetti sulla regolarità delle assegnazioni. Rossella Rea, direttore del Colosseo, nota come ci siano 22 bancarelle e 17 camion bar tra Piazza Venezia e Piazza del Colosseo. “Sono autorizzate?”, si chiede il giornalista. “Non dalla Soprintendenza”, rivela, sottolineando come il parere sia invece vincolante. Ma quante sono queste licenze e di chi sono? Le tipologie sono diverse, tra caldarrostai, bancarelle per souvenir e vestiario, senza considerare come ci siano quelle stagionali o camion bar, fisse o a rotazione. Appartengono a ditte individuali o srl, eppure ci sono soltanto alcune famiglie a controllare il tutto. Ben trenta camion bar su 69, nel centro storico, fanno parte dello stesso nucleo familiare, che si ritrova anche la gran parte delle licenze stagionali. “Una holding del commercio ambulante in mano alla famiglia Tredicine, il cui rampollo ha fatto anche il grande salto in politica”. Grazie agli oltre 8 mila voti alle ultime elezioni regionali, il consigliere del Pdl Giordano Tredicine è stato rieletto per il secondo mandato: “Non conosco la materia, mi dispiace”, si limita a rispondere, intervistato dal giornalista di Ballarò. L’inviato gli fa notare come la famiglia disponga delle gran parte delle licenze, circa trecento. Non basta per ottenere una risposta. Su Twitter non mancano i commenti e le reazioni indignate, con i commentatori che attaccano il consigliere e la passata amministrazione Alemanno:

 

 

 

 

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